ROMA – “Urla, manate, spintoni. La delibera sull’alienazione del patrimonio comunale, 571 immobili tra residenziali e non, arriva in aula Giulio Cesare. Ed è subito bagarre…” Cronaca de La Repubblica. “Non bastavano gli affitti a prezzi stracciati. Ora si scopre che per anni il Campidoglio ha chiuso gli occhi pure sugli scrocconi. Quell’esercito di inquilini per lo più senza titolo che, a dispetto dei canoni irrisori richiesti, non ha mai versato un euro, accumulando more per diversi milioni…” Altra e simmetrica cronaca di La Repubblica.
Cronache che si esercitano e si sviluppano su una simpatica vicenda della Roma capitale, affrontata dalle forze politiche e sociali con una ricetta che è però nazionale. Spinte, schiaffi e sceneggiate nell’Aula Giulio Cesare del campidoglio proprio come e in contemporanea con spinte, schiaffi, e “aventini” sceneggiati nell’Aula di Montecitorio. Ogni coincidenza non è casuale. E’ lo stesso istinto, lo stesso metodo e lo stesso è anche il risultato.
La storia romana è che ci sono almeno seicento immobili di proprietà del Comune i cui inquilini, meglio sarebbe dire occupanti semi legali e tollerati, pagano poche decine, al massimo centinaia di euro di affitto e spesso non pagano proprio. Sono residenti in appartamenti da decenni o gestiscono negozi da tempo. Comunque non pagano o pagano una miseria. Il Comune vuole allora venderli quegli immobili (la delibera sull’alienazione del patrimonio comunale). Ma in aula si leva il coro di “Roma non si vende!”. Un consigliere della fu lista Alfio Marchini si mette in posa con la sagoma del sindaco Marino svenditore di patrimonio. M5S grida all’imbroglio perché chi stabilisce il prezzo delle vendite, già chi? Gatta ci cova, ai grillini non fai. Sel proprio non ci sta, qui si vende, si vuol vendere anche le mura “sociali”, quelle insomma dove stanno senza pagare “giovani e servizi sociali” o dove “giovani e servizi sociali” potrebbero stare. Insomma vade retro privatizzazione del patrimonio pubblico. E vade retro vendita delle case e negozi non pagate anche da Forza Italia che dichiara “follia” l’alienazione, sì insomma la vendita.
Il coro grida al Comune: fatti pagare gli affitti se sei capace! Il coro produce spinte, schiaffi, sceneggiate e…blocco della delibera. Sì, insomma della vendita. Quelli che abitano o usano come ufficio o negozi le mura del Comune senza pagare si constata quindi che non sono figli di nessuno. Hanno un sacco di amici occasionali o no non si sa ma li hanno. Il risultato, chissà se anche l’obiettivo di schiaffi, urla e sceneggiate è a Roma quello di consentire a chi non pagava di tenersi la casa del Comune e continuare a non pagare. Non il risultato, di certo però l’obiettivo di schiaffi, urla, sceneggiate e “aventini” in Parlamento è quello di non avere una nuova legge elettorale, tenersi il Senato com’è e consentire a tutto il paese il, come si dice appunto a Roma, “come stamo, stamo” e nessuno sia smosso da dove ha poggiato, è riuscito a poggiare io suo fondo schiena.
E’ una tattica, una cultura, una strategia. E’ un istinto, un’abilità , una competenza. Perfino una missione: bloccare tutto, fermare ogni comando e ogni decisione e consentire che ciascuno abbia pieno diritto al suo insormontabile veto.