ROMA – Come nelle sceneggiature dei film catastrofici, come nelle simulazioni estreme e pessimistiche delle organizzazioni internazionali, come già altre volte nella storia si è visto durante le grandi pestilenze: il panico manda al rogo la scienza e diffonde il morbo. Nei paesi dell’Africa Occidentale quella che qui da noi chiameremmo “la gente” prende a sassate i medici, assalta i centri di cura, “libera” i malati di Ebola.
Avviene al grido di “Ebola non esiste, la povertà sì”. E chissà che il grido non trovi qualche eco e qualche pappagallo anche qui dove Ebola non c’è. Sinistre assonanze, lontane ma pur sempre assonanze con “il debito non c’è…il terrorismo puro nemmeno…i vaccini servono solo alle multinazionali farmaceutiche…le medicine non curano nulla…”. Ogni cultura declina a suo modo e a suo comodo (a seconda delle risorse di cui dispone) il panico e l’ignoranza e il loro fertile matrimonio. Ma l’essenza del movimento, la psiche di fondo, il dato sociale, la costante storica è la medesima: rifiutare, negare l’esistenza del “male”, imputarlo al “diabolico” e “maligno”, quindi aggredire questo e i suoi sacerdoti (gli uomini di scienza, qualunque scienza) e liberare gli indemoniati dalla possessione. Qui si scherza più o meno con le strisce in celo, là il dramma della negazione che Ebola sia altro che un’invenzione del potere.
Ebola diventa in Africa superstizione e questo lo rende fortissimo. Allea una febbre emorragica ad una delle forze che muovono e spesso scuotono il mondo: la superstizione fanatica, poco meno di una religione. Aggiungi una difesa disperata della tradizione (la cura familiare dei morti) e ottieni la perfetta miscela per creare quelli che non è esagerato definire zombie del virus.
I malati sottratti al centro di cura di Monrovia, fatti fuggire, fatti tornare in strada e a casa sono morti che camminano. E camminando contagiano. Fino a che muoiono e anche dopo morti. Ebola si trasmette per via di contatti con liquidi organici: sangue, sudore, saliva, urina, feci. Ogni malato nascosto in casa dalle famiglie, ogni malato “liberato” dai centri di cura è uno zombie che “morde” e contagia quasi ogni sano che incontra. Nulla se non una gigantesca quarantena intorno ad un pezzo di continente può fermare il contagio se questo può contare sull’aiuto della gente, delle famiglie.
Ricorda, ricalca da vicino le prime sequenze di una pellicola catastrofista. Nei film alla fine arriva sempre il lieto fine. Arriverà anche stavolta, sotto forma di un farmaco e/o vaccino che la scienza appronterà. Dopo molte e molte migliaia, e forse stavolta di più, di morti che la superstizione, la gente, l’ideologia dell’anti scienza avranno causato. Loro certamente più colpevoli di Ebola virus.