ROMA – Serve un Berlusconi in lista, altrimenti la lista dimagrisce di voti, forse addirittura del 5/6 per cento. Ed ecco l’idea, anzi l’ideona: c’era Silvio Berlusconi, ci lascio Silvio e pure Berlusconi, aggiungo un Pier e il gioco è fatto. Però non è un gioco, è Forza Italia. Aggiungi un Pier in lista… potrebbe essere questa la soluzione dei problemi, almeno elettorali, di papà Silvio. Berlusconi, inteso come Silvio appunto, non è candidabile alle prossime elezioni europee ma, come i sondaggi rivelano e confermano, una Forza Italia senza Berlusconi rischierebbe di scivolare al di sotto del 20%. Serve quindi il nome Berlusconi in lista ma, in fondo, non serve che sia seguito dal nome Silvio. Ragion per cui già si era parlato della possibilità di candidare una delle figlie, Barbara o Marina, entrambe però, per ragioni diverse, non sembrano una soluzione percorribile. E allora l’asso nella manica, l’uovo di Colombo, anzi di Silvio, potrebbe essere il secondogenito dell’ex cavaliere che, per di più, si chiama Silvio anche lui.
Una paura, anzi un vero e proprio spauracchio agita i sonni di Berlusconi e di Forza Italia tutta: il rischio di perdere voti e scendere, alle prossime elezioni europee, al di sotto della soglia del 20%. Uno scenario figlio e frutto dell’impossibilità di inserire il nome del vecchio leader nelle liste. Senza “Berlusconi” l’appeal elettorale di Fi cala drasticamente e, vista l’impossibilità causa condanna di candidare Berlusconi Silvio, la prima soluzione pensata era quella di infilare il nome del leader nel simbolo. Una soluzione dal sapore della “pezza” più che di soluzione vera e propria perché, come in molti anche all’interno di Fi hanno sottolineato, sarebbe una via questa che potrebbe portare più danni che benefici. Tutt’altro che improbabile sarebbe infatti la possibilità che, con il nome Berlusconi nel simbolo, molti elettori riscrivessero il famigerato cognome tra le preferenze, annullando così scheda e voto.
E allora? Allora visto che senza Berlusconi Fi non funziona, è diventato quasi necessario trovare un altro Berlusconi da candidare. Fortunatamente per lui Silvio ha parecchi figli, fattispecie che fa evitare il bisogno di ricorrere agli omonimi e fa concentrare l’attenzione sui discendenti dell’ex cavaliere.
Marina, la primogenita dal curriculum migliore per essere candidata, ha più volte detto e ribadito che di entrare in politica non ne vuol sapere e quindi lei, la signora Mondadori, è fuori gioco. In subordine era circolato il nome della sorella minore Barbara, ipotesi che fa però accapponare la pelle agli uomini di Forza Italia e, tra l’altro, viste le performance della giovane Berlusconi al Milan anche le premesse non sarebbero per lei le migliori.
Scorrendo la lista dei figli si è accorto papà Silvio che tra la sua prole c’è anche un maschio, un maschio di discreto successo che per di più è un marito esemplare e un papà attento. E in più si chiama come il suo augusto (?) papà: Silvio, con l’aggiunta di Pier. Agli occhi di Silvio padre Silvio (Pier) figlio ha moltissimi pregi: 1) è giovane 2) maschio 3) di bella presenza 4) senza grilli per la testa (una compagna fissa da 17 anni, la soubrette Silvia Toffanin) 5) concentrato sul “fare”, inteso come lavoro a testa bassa in azienda. Insomma, chi meglio di lui per dare un senso di continuità fisica, anzi genetica, a una leadership che la condanna in Cassazione impedisce a suo padre di esercitare? Quando gli hanno messo sotto il naso le rilevazioni Tecnè sul gradimento degli italiani, Silvio ha fatto un salto sulla sedia: “Ecco la conferma delle mia intuizioni…”. Ed è partito alla carica. Però Pier Silvio resiste, almeno per ora. Anche se con ogni probabilità pochi meglio di lui sanno che, quando Silvio senior si mette una cosa in testa, difficile se non impossibile è fargli cambiare idea.
Ugo Magri su La Stampa racconta:
“A certi suoi ospiti il Cavaliere, anzi l’ex, ha mostrato con orgoglio un trailer, dove si vede suo figlio che parla disinvolto e brillante in una convention aziendale: la prova che a Pier Silvio non mancherebbe la verve per duellare in pubblico con un battutista del calibro di Renzi. E a questo proposito, circola ad Arcore un sondaggio riservatissimo dell’istituto Tecnè. È aggiornato al 18 marzo, e misura il gradimento degli italiani. Al primo posto della hit parade troneggia Renzi (42,2 per cento), seguito a distanza da Letta al 25,5. Terzo si piazza Berlusconi senior (23 per cento). Ma subito dopo, distaccato di un’incollatura e in ascesa rispetto a un precedente campione, ecco Berlusconi junior: quarto con il 20,6 per cento di approvazione, due punti più della sorella Marina”.
E allora, mutuando lo slogan di una celebre reclame anni ’80, una di quelle che ha fatto la fortuna delle reti di papà Silvio, ecco che ad Arcore già sembra di sentir fischiettare: “Aggiungi un Pier in lista, che c’è un Berlusconi in più…”.