ROMA – Governo Gentiloni subito “fischiato” sia dal loggione che dalla platea perché troppo alto e troppo basso, troppo grasso e troppo magro…Insomma “fischiato” a prescindere e per evidente e debordante partito preso. Il governo Gentiloni in realtà è…come poteva essere, poco più, poco meno.
I più lamentano che è un governo fotocopia a quello di prima. Giusta osservazione, la fotocopia è nei fatti. Ma quelli che lamentano la fotocopia sono gli stessi che vogliono andare a votare subito, il più presto possibile. E allora si mettano d’accordo con se stessi: un governo che deve durare al massimo sei mesi non può che essere, deve essere la fotocopia di quello che c’era. Altrimenti se nuovo di zecca e diverso del tutto è un governo che vuole e può durare. Quindi per votare massimo a giugno la fotocopia è giusta e doverosa. Mettersi d’accordo con se stessi, attività ormai abbandonata dai più.
Altri lamentano sia un governo con sempre gli stessi. Giusto, vero. Ma sono gli stessi che formalmente invitati a far parte del governo per le elezioni se ne sono tenuti ben lontani pensando che governo “sporca” risultato alle elezioni. Quindi cari M5S e Lega e Forza Italia oggi tutti indignati perché al governo “sono sempre gli stessi”, visto che voi andare al governo ha fatto schifo, chi altri ci doveva andare se non quelli della maggioranza di prima?
Nauseante, deprimente è la quantità di frasi fatte, propaganda un centesimo al quintale che i politici si riversano addosso l’un l’altro. Solo chiacchiere senza fondamento, frasi senza ragionamento, solo un eterno e assoluto lanciarsi schifo contro schifo. La polemica contro questo governo usa lo stesso campionario di insulse comizialità .
Altri, four dalla politica, rilevano che questo governo è “troppo poco”. Così La Repubblica con un testo del suo direttore Mario Calabresi. Troppa poca cosa per affrontare immigrazione, crisi bancaria, ripresa economica, legge elettorale…In effetti è così. Ma questo governo non deve affrontare quel che dovrebbe affrontare un governo figlio di una consultazione elettorale, proprio no.
Questo governo non è troppo poco per quel che deve fare: attendere la sentenza della Corte Costituzionale il 24 gennaio e accompagnare il Parlamento alla rapida stesura della conseguente legge elettorale e poi garantire le elezioni appena si può. Anzi, in questo governo al suo primo passo c’è un “dureremo” di troppo. Ineccepibile in termini costituzionali il “fino a che c’è la fiducia delle Camere” pronunciato da Gentiloni. Ovvio ma sottolinearla questa ovvietà svela una comprensibile tentazione di durare oltre giugno 2017. Tanto ovvia quanto nefasta se si vuole avere qualche possibilità che il prossimo a presentarsi alle Camere da premier non sia un Di Maio o un Di Battista.
Infine due spettacoli davvero inguardabili: la Boschi che non salta un giro e resta al governo nonostante almeno professionalità politica le imponesse di farlo e la minoranza Pd che saluta il governo Gentiloni con l’ostile e maleducato “giudicheremo dai provvedimenti”. Ostile e maleducato se fai parte dello stesso partito ma, ci scusiamo con Speranza e Bersani, avevamo dimenticato loro fanno parte del partito altro, anzi nemico di quello di Renzi e Gentiloni.