ROMA – Vendere i Bot, quelli a tre mesi e ad un anno, costa al Tesoro italiano l’un per cento in più di interessi da pagare. E questo nonostante la Bce abbia continuato a comprare miliardi di Btp. E’ il primo regalo avvelenato dell’inizio settimana. Il secondo è la caduta delle banche, dei loro titoli azionari, in particolare quelle francesi. Hanno “in pancia” più delle altre, titoli di Stato greci. E alla Grecia “fallita”, non solo tecnicamente, ma definitivamente e con tutte le conseguenze, cominciano a pensare i governi e i mercati europei. Non se ne esce insomma e non si vede al momento come se ne possa uscire. Una pallida speranza è riposta nella Fed, la banca centrale americana: allagherà tra una decina di giorni l’economia statunitense di nuova liquidità? Silvio Berlusconi dice che con la manovra l’Italia è stata salvato e vola a Bruxelles per rassicurare i partner europei. Aggiunge che non c’è più bisogno di fare altro. A parte il dato scaramantico, è la quarta volta che giura che tutto è a posto, dall’Europa fanno sapere che non è finita, neanche se non soprattutto per l’Italia. Se continua così, e finora così e non altrimenti continua, altro l’Italia dovrà fare.
Non solo dall’Europa segnalano che non è finita, anzi. Anche in Italia non tutti la pensano come il premier, primi fra tutti Confindustria e opposizioni. Ben più importante però dell’opinione “interna”, e purtroppo ancor peggiore, è l’andamento dei mercati e l’ormai famigerato “spread” con i titoli tedeschi, forieri entrambi di pessime notizie per il nostro paese. La Borsa di Milano, anche se in ottima compagnia, continua ad infilare lunedì, martedì e mercoledì neri, mentre i titoli italiani valgono sempre meno. La Grecia, su cui l’ipotesi default appare sempre meno nel campo delle ipotesi, per tappare l’ennesimo buco ed ottenere i fondi europei ha varato la patrimoniale sugli immobili. Al di là della rassicuranti parole del nostro premier la nostra situazione non offre segnali di ripresa, arriverà anche qui la patrimoniale in salsa greca?
Nell’ultima asta i rendimenti dei Bot hanno visto un ennesimo e netto rialzo. Per la tranche a 1 anno (da 7,5 miliardi) il tasso medio è balzato al 4,153% dal 2,959% dell’emissione di agosto. Per la tranche a 3 mesi (da 4 miliardi) il tasso medio è salito all’1,907% dall’1,034% dell’asta di marzo. Un livello di rendimento che mette in seria difficoltà le casse del nostro paese. Questo rialzo significa che per ottenere credito dobbiamo, come paese, sborsare molto di più rispetto a quanto facessimo solo qualche mese fa. Una situazione che alla lunga, evidentemente, non è sostenibile.
Tutto questo mentre la borsa di Milano continua infilando giornate nere una dietro l’altra, oggi (12 settembre ndr) a poco più di metà giornata perde di nuovo circa il 3% sui timori per un default della Grecia. Male anche Francoforte, con il DAX 30 in calo di quasi quattro punti, e pesantissima Parigi, con il CAC 40 che toca un “rosso” di quasi cinque punti percentuali per le indiscrezioni su un possibile declassamento da parte di Moody’s dei principali istituti bancari francesi. E proprio gli istituti bancari europei sono i più sotto pressione, francesi su tutti, carichi di titoli greci che rischiano di diventare carta straccia. A Milano Unicredit è arrivata a perdere più del 9%, seguita da Intesa Sanpaolo. A Parigi la più colpita è Bnp Paribas, molto esposta sul debito sovrano di Atene, che perde quasi il 13% a 25,93 euro. Male anche Société Générale, dopo le indiscrezioni circolate ieri su un imminente downgrade da parte dell’agenzia Moody’s. Il titolo perde oggi il 9,83%, a 15,73 euro, e dall’inizio dell’anno ha ridotto il proprio valore di oltre il 61%. Forti ribassi anche per Crédit Agricole (-8,85%), e per il gruppo assicurativo Axa (-9,77%), anch’esso gravato da una considerevole esposizione ai titoli greci. Perdite più contenute, invece, per Natixis (-5,78%), e per la franco-belga Dexia (-6,79%).
E intanto lo spread tra Bot e Bund continua a lievitare, l’approvazione della fiducia alla manovra in Senato è stato solo un palliativo per la nostra credibilità finanziaria. Qualche ora di tregua e la distanza tra i rendimenti dei nostri titoli e di quelli tedeschi ha ricominciato a crescere arrivando a superare di nuovo i 380 punti. Intanto il ministro dell’economia tedesco Philipp Rosler si è unito al coro crescente delle autorità tedesche che avanzano la possibilità di chiedere la bancarotta per la Grecia per salvare l’euro. «Non ci possono essere idee proibite per stabilizzare l’euro. Tra loro ci sono, necessariamente, anche una insolvenza ordinata della Grecia», ha spiegato il ministro in un articolo che sarà pubblicato sul quotidiano Die Welt. Come gli altri membri dell’esecutivo Merkel, Rosler trova insufficienti gli sforzi di risanamento intrapresi da Atene e ha avvertito: «Il Governo greco sa bene a quali condizioni sono stati concessi gli aiuti. La Grecia si è presa un impegno. Se ci sarà una violazione di questi accordi – spiega Rosler – deve esserci la revoca temporanea dei diritti di voto nel Consiglio dei ministri dell’Unione europea. È una misura che non può restare un tabù». L’opzione estrema, spiega, sarebbe l’insolvenza controllata. Opzione estrema si, ma ormai messa nel conto dai mercati.
Atene, per scongiurare questa possibilità, ha annunciato nuove misure di austerità per circa 2,5 miliardi di euro per sbloccare l’arrivo degli aiuti internazionali. Secondo il ministro delle finanze greco, Evangelos Venizelos, il nuovo sforzo si baserà essenzialmente sull’introduzione di nuove tasse sugli immobili che verranno introdotte per due anni. Venizelos ha spiegato che la Grecia per rispettare i suoi impegni «dovrà coprire un buco di bilancio di circa due miliardi di euro». «L’unica misura efficace – ha sottolineato – è una tassa straordinaria sugli immobili di proprietà»: la tanto temuta dal nostro Governo patrimoniale. Parlando dal porto della città settentrionale di Salonicco, Venizelos ha detto che la nuova tassa ai cittadini costerà in media tra i 4 e i 10 euro per metro quadrato. Secondo il ministro questo «nuovo sforzo nazionale» è cruciale a causa della cattiva percezione che si ha della Grecia all’estero, che ha rinnovato i rumours su un possibile default. La nuova tassa straordinaria sulle proprietà immobiliari, precisa Venizelos, sarà «raccolta attraverso le tariffe elettriche». La tassa consentirà alla Grecia di avere un avanzo di bilancio nel 2012 e di raggiungere gli obiettivi di bilancio fissati per il 2011. Una misura estrema per tentare ancora una volta di salvare il paese. L’Italia non è nelle stesse condizioni della Grecia, continuano a ripetere i nostri governanti, ma i mercati non sembrano credergli, si ricorrerà anche da ad una patrimoniale come ad Atene per rassicurarli?