
ROMA – Maurizio Verna, Salvatore Settis, Maurizio Dècina, Sandro Donati e Maria Rita d’Orsogna. Chi sono costoro? I più attenti riconosceranno il presidente del consiglio scientifico del Louvre, Settis, e forse la d’Orsogna, fisica impegnatissima nella campagna per il ‘sì’ al naufragato referendum trivelle. Ma sono, i nomi su elencati, soprattutto i nomi del primo e futuribile governo a 5stelle, i tecnici che il Movimento avrebbe individuato per occupare alcuni dei dicasteri anche se, in questa squadra, mancano ancora i nomi più pesanti: quelli cioè buoni per l’economia e gli esteri ad esempio.
“Per governare ci vuole un governo e il M5S sta lavorando per presentare il suo ben prima delle elezioni politiche – scrive Francesco Maesano su La Stampa – Chiusa la fase di riorganizzazione interna seguita alla scomparsa di Casaleggio i vertici del Movimento si sono tuffati nella stesura di una lista di nomi da sottoporre alla rete in un procedimento simile a quello adottato nella scelta del candidato per il Quirinale. Nessuna preclusione su esperienze politiche pregresse e nomi che garantiscano il dialogo con le imprese e con i partner europei; la necessità dei Cinquestelle è quella di separare il versante movimentista da quello di governo, senza far perdere forza all’uno e all’altro messaggio che costituiscono rispettivamente il core business e la nuova proposta nell’offerta politica del M5S”.
Un passaggio e una coniugazione, quella tra l’anima movimentista e quella di governo, che non è facile e passa per i profili del professor Maurizio Verna, ordinario di patologia clinica alla Sapienza di Roma buono oggi per il dicastero ombra della Sanità, e domani chissà, magari anche per quello ‘vero’. E poi Salvatore Settis. Il succitato presidente del consiglio scientifico del Louvre perfetto per occuparsi dei beni e delle attività culturali. Maurizio Dècina, professore del politecnico di Milano, al quale i Cinquestelle potrebbero affidare le telecomunicazioni. E ancora Sandro Donati, in prima linea in tante battaglie contro il doping nell’atletica leggera spendibile sullo Sport come per l’ambiente il nome papabile sarebbe quello di Maria Rita d’Orsogna.
Nomi ed ipotesi del tutto teorici certo, ma che vengono propositi da una fonte che di solito sul mondo grillino è attendibile e che comunque rappresentano, che siano poi o meno trasformati un domani in incarichi, quella trasformazione che la scomparsa di Casaleggio sembra aver accelerato. Con non pochi mal di pancia di chi, nel Movimento, si sente per così dire ‘duro e puro’. Mancano, come detto, i nomi più pesanti. Ma non i profili per rintracciarli. In economia l’indentikit è quello di un candidato non più antieuro visto che questa sembra essere una battaglia ormai abbandonata, ma ovviamente neanche proveniente dalla nomenklatura bancaria europea. Nomi in ogni caso tutti tecnici, con nessun politico ‘di professione’ – e non potrebbe essere altrimenti per il Movimento – ma anche senza nessun esponente dell’establishment grillino. Non ci sono i vari Di Maio, Di Battista, Fico e via elencando. Di tempo, d’altra parte, ce n’è ancora molto. Nei piani dei 5Stelle la lista, che dovrà come d’abitudine essere sottoposta al vaglio degli attivisti con la classica formula della consultazione on line, non vedrà questo passaggio prima del doppio passaggio elettorale delle amministrative e del referendum. Se ne parlerà, quindi, in autunno.