ROMA – Un Natale low cost, nel portafoglio e nella testa. Nel portafoglio perché quest’anno gli italiani spenderanno 625 a testa per le prossime festività, con un calo rispetto al 2010, il terzo consecutivo, del 2,3%. E low cost anche nella testa perché le aspettative per il futuro non sono certo rosee. Per il 59% degli italiani il potere d’acquisto in Italia è infatti in diminuzione e, per l’84%, l’economia è in recessione. In Europa, in fatto di contrazione della spesa per il prossimo Natale, fanno peggio di noi solo Grecia, meno 22% rispetto all’anno passato; Portogallo, meno 7,89%; Irlanda, meno 7,44 e Olanda, meno 2,90.
L’analisi è di Deloitte, che ogni anno intervista migliaia di consumatori del vecchio continente per valutare le intenzioni di acquisto in vista delle festività di fine anno. I risultati rispecchiano il momento delle economie continentali ricalcando in modo puntuale le diverse difficoltà create dal peso dei debiti sovrani e dalla sfiducia dei mercati.
Così, osservando le previsioni di spesa per fine anno, si assiste a un crollo del 22% per la Grecia, un calo tra 7 e 8% per Irlanda e Portogallo, una frenata del 2,3% per l’Italia, unico paese in calo tra i “big” europei. Germania e Francia ad esempio crescono rispettivamente del 4,34% e dell’1,88. Ma anche la Spagna sale dell’1,93%, mentre il paese che più crescerà sarà la Finlandia, con un più 6.75%.
Il livello medio di spesa per noi resta a 625 euro, dunque al di sopra della media europea di 587, ma si tratta nel nostro caso del terzo calo consecutivo, dopo il -3,5% del 2010 e il -2,5% del 2009. Chi spende di più in termini assoluti nel vecchio continente, nonostante la crisi, sarà ancora l’Irlanda, con 943 euro a testa, mente i più parchi saranno gli olandesi, con “appena” 260 euro ciascuno.
Altro dato che farà del Natale prossimo venturo un Natale low cost, la non felice percezione del futuro: se infatti in Europa “solo” il 60% dei consumatori ritiene di essere in una fase di recessione, in Italia il dato balza all’84 per cento. Il 74% del campione dichiara che spenderà meno a causa della crisi, quelli che temono per il proprio posto di lavoro superano di 20 punti coloro che si ritengono tranquilli. In sintesi, aprire il portafoglio oggi è molto più faticoso e lo “scontrino” dei Natale sarà più magro di circa 300 milioni. «Per alcune fasce di popolazione il reddito medio è sceso – spiega Dario Righetti, responsabile Deloitte per il settore consumer business – ma in generale è la sfiducia nel futuro a rallentare gli acquisti».
Sfiducia che, almeno stando ai dati di Deloitte, è merce assai diffusa in Italia. Il potere d’acquisto degli italiani secondo il 59% degli intervistati si è infatti ridotto e continua a farlo e, maggiore è l’età degli intervistati, maggiore è il malessere percepito. 49% nella fascia 25/34 quelli che ritengono che il potere di acquisto sia in calo, percentuale che sale al 63% tra i 35 e i 44, e arriva al 68% tra i 45 e i 54 anni. Fascia d’età, quella tra il 45 e i 54 anni, che forse sconta maggiormente il peso della crisi visto che anche il dato su quanti ritengono che l’economia italiana sia in recessione assegna a questa fascia il responso peggiore, ben l’89%. Considerazione che però non si scosta in questo caso dai giudizi dati dai più e meno giovani: tra i 55 e 64 anni 83 persone su 100 dicono che l’economia è in recessione, 85 tra i 35 e i 44 e 80 tra i 18 e i 24. Tutti uniti quindi nell’analisi e nelle feste all’insegna del risparmio.
