La recita di Monza: quattro stanze invece di tre Ministeri. A Bossi le chiavi di cartone della Reggia

MONZA – Vogliamo i ministeri al Nord, aveva tuonato Bossi dal palco di Pontida, o si fa come diciamo noi o il Governo va a casa. Poi il Senatur deve essersi ricordato che del Governo fa parte anche lui ed ha quindi accettato delle “sedi di rappresentanza ministeriale” lasciando i ministeri veri e propri a Roma. Ma le promesse son promesse e i leghisti non sono certi tipi che mollano, ce l’hanno duro, anche se a ben guardare, ovviamente in senso politico, sembra che la loro durezza risenta del peso degli anni. Ma ministeri s’erano promessi e Calderoli,  ministro leghista, appena un paio di giorni tronfio fa annunciava: “il 23 luglio apriremo tre ministeri a Monza”. Complimenti, ci vuole più tempo per organizzare un trasloco di una famiglia, dev’essere la tanto decantata efficienza del Nord.

Vale la pena allora di andare a vedere queste nuove sedi di rappresentanza ministeriale che il 23 luglio prossimo saranno inaugurate in pompa magna. La Regione Lombardia aveva offerto due piani del Pirellone per ospitare queste neonate entità, ma alla Lega questa soluzione non piaceva, troppo naif, troppo poco celtica, troppo poco nordista, troppo razionale in una storia che con la razionalità e il buon senso fa a pugni. Meglio la Villa Reale di Monza fatta costruire da Maria Teresa d’Austria. Obiettivamente l’edificio è più affascinante del Pirellone e racchiude nelle sue oltre settecento stanze pagine di storia, storia d’Italia a dire il vero, ma non sottilizziamo. E Reggia sia allora. Ma non tutta, all’interno ci sono già altre realtà, tra cui un istituto d’arte, una parte è stata privatizzata e un’altra è in sfacelo. Basterà un piano, anzi no, un piano non è disponibile. Basterà un’ala, anzi no. Quattro stanze, 150 metri quadrati bagno compreso. Ecco spiegato come l’efficienza nordica può mettere in piedi una struttura simile in qualche settimana, basta un traslocatore.

Dalle finestre di un altro pezzo della Villa c’è chi osserva con invidia. “Nel mio istituto statale d’arte – dice il dirigente scolastico Guido Soroldoni – ho 850 allievi e nessun soldo per mettere tutto a norma. Non abbiamo l’ascensore, e dobbiamo studiare gli orari perché i ragazzi con handicap trovino i loro laboratori sempre al piano terra. Un pezzo di istituto è stato dichiarato inagibile, ci mancano 8 aule e ancora non sappiamo dove potremo fare lezione a settembre”.

I mobili per arredare gli uffici delle rappresentanze ministeriali dovevano arrivare, usati, dalla sede della Lega di via Bellerio ma hanno fatto qualche chilometro in più, scrivanie e armadi portano infatti il marchio Flycom della ditta Compir di Scordia di Catania. Un insulto alla Brianza che produce mobili per mezzo mondo e, allo stesso tempo, un contrattempo che rende ancor più risibile questa disperante vicenda. Mobili a parte il giudizio più duro su questa “recita di Monza” arriva inaspettatamente da un ministro di questo Governo, Giancarlo Galan: “la Villa Reale è stata restaurata per altre finalità. Gli atti adottati sembrano presentare profili di dubbia legittimità, sia nella forma che nella sostanza, perché adottati da organo incompetente”. Nel mirino c’è il sindaco di Monza, Marco Mariani, leghista, che come presidente del consorzio gestore dell’edificio “ha disposto con proprio decreto – accusa ancora il ministro Galan – la concessione in uso gratuito di un’ala del complesso di Villa Reale per allocarvi sedi di rappresentanza di alcuni Dipartimenti della Presidenza del Consiglio”. A Pontida il sindaco era salito sul palco per consegnare le chiavi della Villa, in cartone, a Umberto Bossi e Roberto Calderoli.

 

Ma non vale la pena soffermarsi sulle questioni “serie” implicate in questa vicenda, i risvolti tragicomici della recita leghista sono molto più appetibili e meritano di essere narrati. I leghisti avevano promesso il trasloco di tre ministeri, quello per le riforme di cui Bossi è titolare, quello per la semplificazione del ministro Calderoli e niente poco di meno che quello delle finanze retto da Tremonti. Il terzo non ne ha però voluto sapere e così i ministeri, pardon, le sedi di rappresentanza, son diventate due. Meglio così probabilmente, visto che già con due sedi di rappresentanza manca lo spazio per fare una riunione. In un documento ufficiale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, datato 7 giugno 2011, il ministro Bossi si impegna ad aprire una sede di “rappresentanza operativa e con funzioni di sportello a disposizione dei cittadini per le riforme istituzionali e il federalismo”. Il ministro Calderoli si impegna per un’altra sede “con funzioni di sportello per la semplificazione normativa”. Una domanda sorge spontanea: quali sono le funzioni di sportello per i cittadini di questi uffici? La risposta manca. Ma un’altra domanda ha invece risposta. Chi pagherà i dipendenti di queste sedi? Noi.

 

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Emiliano Condò