ROMA – Allibratori in Senato non ce ne sono, e sembra che nemmeno i bookmakers inglesi accettino questa puntata, ma, se si scommettesse, i pronostici vedrebbero il senatore Sergio De Gregorio salvo e Luigi Lusi invece in carcere. Quelli di De Gregorio e Lusi sono i due casi su cui palazzo Madama è chiamato a pronunciarsi nei prossimi giorni per rispondere alle richieste d’arresto che pendono sul capo dei due senatori. Per De Gregorio si voterà il prossimo 9 maggio. Per Lusi la data ancora non è fissata ma non si aspetterà molto. Casi diversi certo, ma la domanda è d’obbligo: andranno in galera o verranno salvati? Già in passato votazioni simili hanno avuto esiti diversi, come nel caso di Marco Milanese, salvato, e Alfonso Papa, spedito in carcere.
Nelle due votazioni al Senato i veri jolly saranno i leghisti: mentre il Pd (Lusi è stato eletto nelle sue liste) infatti appare decisamente orientato a votare per l’arresto di entrambi gli indagati, i più incerti appaiono proprio quelli del carroccio. La battuta che circola sul loro conto, e quella che potrebbe alimentare le scommesse (riportata dalle cronache de La Stampa) è che “praticheranno il voto disgiunto: salveranno De Gregorio d’accordo con il Pdl, e metteranno il pollice verso, invece, su Lusi”. Una battuta certo, ma mentre per l’ex tesoriere della Margherita il destino pare segnato, scaricato in primis dai compagni di partito, molto più promettente appare il futuro di De Gregorio.
Eppure le accuse nei confronti dei due senatori sono simili. Entrambi, secondo la magistratura, si sono appropriati di soldi non loro. Sergio De Gregorio divenne famoso quando ruppe con Di Pietro e con l’Italia dei Valori, in cui era stato eletto, per passare a Forza Italia, il tutto fatto facendosi nominare prima presidente della commissione difesa con l’appoggio del Pdl, mentre ancora senatore Idv, e poi contribuendo a far cadere il governo Prodi. Lui, De Gregorio sarebbe coinvolto nella vicenda Lavitola e dei finanziamenti a L’Avanti!, accusato di truffa e false fatturazioni. Secondo i magistrati Lavitola “quale proprietario e coamministratore di fatto della International Press” società che gestisce il giornale, e De Gregorio “quale socio effettivo dal 1997 e coamministratore occulto” della stessa società, hanno fatto risultare che l’editrice de L’Avanti! possedesse i requisiti di legge per ottenere i contributi previsti dalla legge per l’editoria: in tutto 23 milioni e 200mila euro ricevuti dal 1997 al 2009 tra cui anche false assunzioni. Per lui la procura di Napoli ha emesso un ordine di custodia cautelare agli arresti domiciliari lo scorso 16 aprile. Oltre alla Lega, potrebbe garantire il salvataggio a De Gregorio anche il voto del Pdl, che pare tentato da un ritorno al garantismo: “quando è in gioco la libertà di una persona occorre leggere le carte” ha detto Angelino Alfano.
Luigi Lusi era invece il tesoriere della Margherita, quello che si sarebbe appropriato di oltre 20 milioni di euro dalle casse del partito, fondi pubblici che rappresentavano parte dei rimborsi elettorali, spendendoli per se e la sua famiglia. Richiesta d’arresto per Lusi molto più recente, arrivata appena ieri (3 maggio) sul tavolo della Giunta per le Autorizzazioni presieduta da Marco Follini. Per l’ex tesoriere le speranze di salvezza sono ridotte al lumicino: cacciato dal Pd, scaricato dal Terzo Polo difficilmente troverà l’appoggio degli ex avversari politici.
Come per Milanese e Papa, probabilmente, due storie e due destini, due votazioni e due finali diversi. L’ex braccio destro di Tremonti, il 22 settembre 2011, vide la sua richiesta d’arresto respinta dalla Camera dei Deputati con 306 si 312 no. Votarono contro la maggioranza di Governo composta da Pdl e Lega Nord, oltre ai Radicali del Pd. Appena due mesi prima, il 20 luglio 2011, la stessa Camera aveva votato invece a favore dell’arresto di un altro deputato, Alfonso Papa, approvando con 319 voti favorevoli e 293 contrari. I gruppi che si dichiararono contrari all’arresto furono Il Popolo della Libertà, Popolo e Territorio, Forza del Sud e il Partito Repubblicano Italiano.
Anche ad altri parlamentari, ad esempio Alberto Tedesco, è andata bene, cioè le richieste dei magistrati nei loro confronti sono state bocciate. Nel caso dei Lusi e De Gregorio però si prospetta un pareggio: un senatore consegnato ai giudici e uno salvato.