ROMA – “La sintesi che è stata trovata all’interno della maggioranza è una supercazzola”. Lo ha detto testuale e papale il parlamentare grillino Alessandro Di Battista parlando in aula. Parlava dei caccia F-35. Di Battista ha citato ugo Tognazzi ed Amici Miei, ed è stato ripreso dalla presidenza di Montecitorio. Ma a voler essere onesti aveva ragione. Ragione perché la questione degli ormai famigerati caccia è diventata una questione ideologica dove, per mancanza di coraggio, d’intelligenza o d’informazione, nessuno o quasi dice la verità, tutta la verità e solo la verità. La mozione di maggioranza sugli F-35 e i documenti di opposizione, M5S compreso, sugli F-35 sono , come dice Di Battista, “supercazzole” e, per restare alle citazioni del conte Mascetti di Amici miei, la differenza è nello “scappellamento” a destra oppure a sinistra.
I fantastici, fantomatici e famigerati caccia si possono volere o meno. Possono essere considerati la migliore soluzione strategica, tecnologica ed economica per le nostre forze armate o, al contrario, la soluzione peggiore, come tra l’altro sostengono anche alcuni “addetti ai lavori”. Ed è anche vero che nella storia di questi aerei i costi sono lievitati a dismisura rispetto alle stime iniziali e sono emerse criticità e problemi in quantità. Ma al di là di questa ovvietà e di questi fatti ormai noti, sui caccia F-35 vengono dette una serie mezze di verità e taciute la maggior parte delle questioni fondamentali e reali. A destra come a sinistra, dai sostenitori del programma come dai suoi detrattori. Appunto come in una gigantesca supercazzola con, continuando ad usare le parole del conte Mascetti, scappellamento a destra o a sinistra a seconda dei casi.
Innanzitutto il costo. Quattordici e passa miliardi di euro che, a sentir chi i caccia non vuole, si risparmierebbero sic et simpliciter. E miliardi che, sempre seguendo le tesi dei detrattori del progetto, si potrebbero destinare all’eliminazione dell’Imu, all’Iva, alla scuola e via dicendo. Ma è falso. I quattordici e passa miliardi per i caccia l’Italia li dovrà spendere se comprerà i caccia, ma in 15-20 anni. Che tradotto significa circa un miliardo l’anno, cifra con cui non si elimina l’Imu né si taglia l’Iva. Certo, un miliardo di euro l’anno non è poco. Ma se gli F-35 non si comprano bisognerà comprare altri aerei o pagare la manutenzione dei vecchi velivoli oggi in dotazione (circa 250), ogni anno più costosa perché, come per tutte le cose, mano mano che una macchina invecchia la sua manutenzione diviene più cara. Quindi, per risparmiare, in 15 anni e non dalla sera alla mattina tutti i 14 miliardi, l’unica sarebbe dismettere l’aeronautica militare italiana. Scelta che si può anche fare. Ma né Sel né il M5S che i caccia non vogliono hanno mai detto chiaramente questo.
Secondo punto, sempre che l’aeronautica non debba essere dismessa, agli F-35 non si può rinunciare in toto in nessun caso. E questo perché, come spiega Gianandrea Gaiani a La Stampa, responsabile del sito analisidifesa.it, esperto di politica militare e convinto detrattore degli F-35, “15 o 20 aerei saranno davvero indispensabili”. Le alternative credibile al caccia in questione, cioè l’Eurofighter da Gaiani sponsorizzato, non può decollare dalle portaerei. Quindi o noi rinunciamo alle nostre navi che possono trasportare caccia a decollo verticale trasformandole in navi da crociera, e buttando quindi i soldi spesi per costruirle, o almeno gli F-35 per equipaggiare queste navi dobbiamo comprarli. E comunque gli Eurofighter non sono gratis.
Esiste poi la questione definita della “ricaduta economica”. La questione cioè del ritorno economico figlio dell’acquisto degli F-35. Leonardo Tricarico, ex capo di stato maggiore dell’aeronautica e sostenitore del progetto F-35, dice che i soldi spesi nell’acquisto dei caccia rientrerebbero quasi in toto grazie alla manutenzione dei velivoli stranieri in territorio italiano e all’indotto. Mentre sempre Gaiani, che come detto opterebbe invece per l’acquisto degli Eurofighter, sostiene che sarebbe un ritorno “a perdere” perché nel lungo periodo delegando agli americani la creazione dei caccia faremmo scomparire l’industria aeronautica europea.
Questioni, quelle appena riassunte, che poco o nessuno spazio hanno trovato nel dibattito parlamentare che ha invece preferito vertere su pacifismo e verve guerriera o su risparmi più fantomatici che reali. Come ha detto Di Battista “una supercazzola” al quadrato. Tanto è vero che, all’indomani dell’approvazione della mozione che ha varato un’indagine conoscitiva sui caccia, Angelino Alfano dalla parte dei sostenitori dell’acquisto e segretario di uno dei due principali partiti di governo, ha detto: “Il programma va avanti e il numero resta quello deciso”. Mentre, dall’altro fronte ma sempre all’interno del governo, Gianni Cuperlo del Pd ha detto: “Esistono le condizioni per valutare seriamente una riduzione dei costi e dell’impegno”. Praticamente la dimostrazione che di supercazzola si tratta e per di più autoinflitta.