ROMA – Trump lo ha gentilmente fatto presente anche a Francesco che gli aveva non a caso regalato Enciclica sul clima come memento: lui alla crisi climatica imminente, anzi in atto non ci crede.
Questa del clima che sta cambiando per mano umana gli appare una grossa forzatura se non proprio una balla. Una roba da “fighetti intellettuali” che ha come primo e vero risultato quello di far perdere soldi, affari e posti di lavoro. Questo Donald Trump presidente degli Usa pensa degli allarmi, tesi, studi, appelli, azioni che con intensità diversa in ogni angolo del pianeta si agitano e animano intorno al clima.
Trump non ci crede che il riscaldamento globale sia davvero tale e comunque che venga determinato dall’azione degli uomini, dalle loro emissioni di gas serra. Non ci crede che i ghiacciai e le banchise che arretrano siano legati a fenomeni atmosferici estremi in catena che segnala appunto il mutamento climatico.
Non ci crede e, quand’anche un filo di sospetto di credibilità in materia dovesse attraversargli la mente, Trump pensa e dice che accordi internazionali come quello di Parigi per la limitazione delle emissioni industriali costano troppo, non sono un buon affare. Lo ha confermato appena ieri anche al premier italiano Gentiloni.
Quindi Trump, come sintetizza in titolo il Corriere della Sera, “fa muro sul clima”. Magari al confine con il Messico il muro non lo fa davvero, ma quello a sbarrare la strada a teorie, calcoli e azioni sull’emergenza clima, quel muro è già in atto: in ciò che dice e in ciò che Trump fa, vedi l’avvio di trivellazioni in aree degli Usa prima protette.
Ora, delle due l’una. O gli scienziati (climatologi, fisici, geologi, biologi etc…) che sostengono esserci emergenza clima e avvertono questa possa diventare calamità per l’umanità sono in preda ad ebbrezza ideologica e parlano e predicano da ubriachi oppure il presidente degli Usa è cieco ed orbo e come tale ci guida a sbattere contro il muro del disastro ecologico.