Roma come Calcutta. Il conduttore radiofonico Giuseppe Cruciani ha espresso la sua legittima opinione sulla Capitale, sua città natale, nel corso di un’intervista a “De Core Podcast“, condotto da Alessandro Pieravanti e Danilo Contaldo. “È una città che non sopporto. La paragono a Nuova Delhi, a Mumbai, Calcutta, queste città caotiche dove ogni volta che vado voglio scappare a gambe levate. Vedo smart in seconda, terza, quarta fila. Cose allucinanti. Io sono per le cose drastiche, proprio l’abbattimento di queste macchine”.
Cruciani si è trasferito a Milano e non ha nostalgia di Roma: “Venticinque anni di Milano mi hanno abituato all’ordine più assoluto. Milano non è ‘de core’, è niente, ma l’anonimato mi piace più del ‘core’. Il fatto di essere in un posto che non ha un timbro, il dialetto, la romanità. Il concentrato di romanità l’ho sempre trovato insopportabile, è una cosa terribile. Il romano preso da solo è un romano, due o tre romani insieme ti danno l’idea di terzo mondo”.
“Sentire quelle offese da Cruciani non mi è piaciuto. Non l’ho trovato carino (…) Io, da romano, non so’ scappato come hai fatto tu, ci sono rimasto, la vivo e la difendo la mia città, da chi come te fa queste affermazioni (…) Penso che quell’intervista abbia disturbato anche molti romani”. Queste le parole del comico romano, come riporta Repubblica.
Emigrare è un diritto. Vale pure per i romani. Suona strano per una città così piena di ogni tipo di meraviglia come Roma, ma è così. Il leitmotiv della difesa a spada tratta della Capitale, che secondo molti un cittadino romano dovrebbe fare proprio all’atto di nascita, potrebbe non appartenere a tutti. A Milano, di bello non c’è solo il treno per Roma (frase sovente in bocca a molti nostri concittadini). E non tutti i romani apprezzano il dialetto romano: true story. Il paragone con l’India? Colorito, ma quale romano non si è mai scagliato contro il caos della Capitale usando paragoni simili? Scagli la prima pietra chi è senza peccato. Avere una nuova vita in un’altra città, magari nel nord Italia, non significa scappare, ma scegliere il proprio destino. Quindi Cruciani, ti rassicuriamo: non siamo “disturbati” dalle tue parole.