
ROMA – Si è venuto a sapere, ma penso che già si sapesse da tempo, che tra la Roma e la Gazzetta dello Sport esistono rapporti – contrattuali – commerciali. Pare che tra gli impegni della Roma ci sia quello di fornire anteprime, o interviste di rilievo, notizie, ecc, alla mitica Gazza.
La rosea ha anche l’esclusiva della commercializzazione di alcune iniziative di marketing, non ho capito bene (scusatemi) quale sia la contropartita a vantaggio del club giallorosso.
Fatto sta che la montagna di buone e ambigue intenzioni ha partorito un topolone: ovvero un’intervista, esclusiva si capisce, del portiere Morgan De Sanctis. Il quale è un tipo tosto e senza peli sulla lingua e ha sparato a zero, dopo i fattacci legati all’indecente arbitraggio di Juventus-Roma, a favore della sua squadra e contro la Juventus…
La Gazzetta dello Sport, felice per il privilegio dell’esclusiva, ha dato giustamente enorme rilievo all’intervista, in prima pagina. E qui la faccenda si è complicata, come succede spesso, non a caso la fantasia popolare ha inventato proverbi con pentole, coperchi, diavoli dispettosi, verità che viene sempre a galla anche quando è in fondo al pozzo.
La cornice è semplice. Vero è che Roma e Juventus, in Lega, sono alleate – in minoranza – e vorrebbero, filando d’amore e d’accordo, rinnovare vertici, gestione e strategia. Ma soprattutto è vero che Roma e Juventus da tempo sono antagoniste irriducibili nel calcio giocato, al centro di polemiche e scontri senza fine, l’ultimo come tutti sanno è ancora di qualche giorno fa.
Per gestire questi delicati equilibri, forse sarebbe bastato dare minor rilievo all’intervista di De Sanctis, o affiancarle un’intervista a un esponente della Juve o a uno dei tanti (troppi?) cortigiani di casa bianconera.
Invece, il botto di De Sanctis ha occupato la prima pagina della Gazza in beata solitudine ed è successo il finimondo. Non soltanto centinaia di inviperiti tifosi bianconeri hanno scritto, telefonato, twittato e chattato.
Insomma, tutti sanno che la maggioranza delle azioni di RCS (Corriere della Sera, ma anche Gazzetta dello Sport e tante altre pubblicazioni…) fa capo a casa Agnelli, così come la proprietà della Juventus. Chi tocca certi fili – finanziari più che elettrici – muore?
Non lo auguro ad Andrea Monti, che è un fior di giornalista, ma di calcio capisce veramente poco. (Tra parentesi, si dice che Monti debba essere sostituito a breve, i soliti dietrologi mormoravano che la sparata di De Sanctis era stata “montata” da Monti, come atto di indipendenza verso i suoi editori, ma la retromarcia smentisce questi pizzichi di veleno..).
Commento? Il pasticciaccio è alla radice. Come si fa a stipulare un accordo commerciale tra la Gazzetta, che ha l’obbligo (e vi riesce, storicamente) di essere imparziale, e un club potente come la Roma, per di più maggior avversaria della Juventus, che è di proprietà, come la Gazzetta, degli Agnelli? Prima o poi il pateracchio doveva saltar fuori…