ROMA – Salvini: Sf(i)oreremo il 3% di deficit sul Pil nel bilancio pubblico 2.019. Quella i è tutta tra parentesi nelle intenzioni del vice (?) premier. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Quella i va letta tra parentesi, le parentesi di una azione politica, di una volontà politica di prender congedo dall’Europa. Volontà e voglia che sono di Matteo Salvini.
E anche di Luigi Di Maio. Su questo, sul congedo dall’Europa tra i due non c’è differenza o distanza. Magari il primo, Salvini, è più lucido e determinato. Ma il secondo, Di Maio, è il più fervente, il più animato da una visione, quella di un mondo purificato dal capitalismo, industrialismo, dalla finanza, insomma e alle corte da Bruxelles, la Ue, i vincoli di bilancio, anzi purificato dall’idea stessa di bilancio pubblico di uno Stato.
Dicono entrambi Salvini e Di Maio di volere un’altra e diversa Europa e non certo di voler mollare ogni idea e pratica di Europa unita. Ma è foglia di fico, striminzita peraltro. Questa Europa altra la definiscono non a caso solo e sempre in negativo, elencando ciò che la Ue non deve fare e ciò di cui non deve impicciarsi. Praticamente tutto.
Ed è logico sia così: i nazionalismi, ribattezzati sovranismi, non possono e non vogliono fondersi in qualsivoglia unione sovra nazionale. Unione tra Stati comporta cessione sovranità, i nazionalismi alla Salvini, Orban, Le Pen, Brexit e sovranisti vari respingono la cessione di sovranità come tradimento.
Non solo, la “mission” anti sistema alla Di Maio attribuisce ad ogni vincolo economico una natura esterna, ostile, truffaldina. Quel che Di Maio narra è che, non ci fosse l’infame finanza internazionale, non ci sarebbe debito pubblico, non ci sarebbero interessi sul debito da pagare, non ci sarebbe la necessità per l’Italia di farsi prestare dai mercati circa un miliardo al giorno. Quel che Di Maio narra è che i mercati sono i poteri oscuri e ostili. Quel che la religione politica alla Di Maio nega e nasconde al popolo è che i mercati orridi speculatori altri non sono che i risparmiatori. A non fidarsi di prestare soldi al governo Salvini-Di Maio sono, tra gli altri sul pianeta, qui e oggi, milioni e milioni di italiani. Che pure Salvini e Di Maio votano alle elezioni. Già, complicato il mondo. Ma questo Di Maio non lo sa e non lo tollera.
Comunque sf(i)oreremo il 3%. Ci eravamo impegnato a scendere allo 0,9 per cento. La Commissione Europea ci aveva fatto capire che fino al doppio, più o meno fino all’1,8% di deficit sul Pil 2019 non avrebbe fatto troppe storie. Ma col deficit all’1,8 per cento il governo Salvini-Di Maio copre le spese 2019 però non finanzia neanche le versioni mini di flat tax e reddito cittadinanza. Per non dire di tutti in pensione a 64 anni invece di 67.
Ed ecco allora la voglia e la volontà di fare un altro un per cento di deficit, una quindicina di miliardi abbondanti da spendere ciascuno presso il proprio elettorato. Nella convinzione che la Ue, Bruxelles… abbozzerà. E, se non abbozza, peggio per Bruxelles e la Ue. Convinzione quella di Salvini e Di Maio, non lontana dal vero. La Ue politicamente debolissima cosa potrebbe fare ad un’Italia che sfora e sonda e quindi stampa euro di fatto “sovrani”? Poco potrebbe fare la Ue.
Ma non è con la Ue, non è con Bruxelles che Salvini e Di Maio portano allo scontro. Ben prima e molto più duramente saranno, già sono, i mercati, il risparmio e i capitali mondiali e nazionali, il muro e il martello. Di un governo che se ne frega di far di conto su chi e come si pagano le pensioni…perché il popolo vuole pensioni. Di un governo che se ne frega di aver un debito pubblico…perché il popolo se ne frega del debito pubblico. Di un governo che proclama e rivendica il diritto sovrano di spendere gli euro anche altrui ed eventualmente non pagare i suoi debiti…perché il popolo vuole euro e il popolo non si “pugnala alle spalle” (Di Maio dixit). Di un governo così chi gli deve prestare soldi si fida poco, anzi meno, anzi sempre meno.
E quindi sarà autunno/inverno alla greca: con l’Italia che rischia non trovare più chi le compri i suoi titoli dei debito pubblico e Salvini e Di Maio ad accusare i complotti, le manovre, la finanza, le banche, la Ue, i poteri oscuri, le cavallette, i marziani, le truppe di invasione di Soros…
E con Salvini e Di Maio a non più covare ma a perfezionare il congedo dell’Italia dall’Europa. In politica estera, che al popolo frega nulla ma conta molto. Nuovi amici la Polonia, l’Ungheria, la Slovacchia, magari Putin. E tanta ostilità con Francia e Germania. In politica economica e di bilancio con sempre meno accordi commerciali e sempre più l’idea del far da soli in una rinnovata autarchia. E congedo dall’Europa anche e soprattutto dal punto di vista del sentimento, del comune sentire e della cultura di Stato e di massa.
Congedo dall’Europa e autunno/inverno alla greca. Eppur il governo va. Salvini-Di Maio su questa rotta non perdono consensi, anzi. E la nave va…diceva una volta un presidente del Consiglio italiano che ha molto marcato la storia del paese. E la nave Salvini-Di Maio oggi va. Ed è una immensa porta container. Di quelle che non rallentano perché per rallentare hanno bisogno di tanto tempo e spazio. Quindi non rallentano qualunque cosa avvistino, seppur la avvistano. E che non sono praticamente in grado di cambiare rotta e virare in tempi e spazi brevi. Mole e velocità della nave Salvini-Di Maio garantiscono che non virerà né rallenterà. Il popolo a bordo si rallegra e congratula della garanzia e la intende come promessa. Anchese tutti gli indicatori e strumenti di bordo chiaramente segnalano che la garanzia del non virare è una minaccia.