Santori la sardina è tornato col bazooka:”Fumo e coltivo cannabis”: buferone politico, battaglia in Parlamento
Santori la sardina è tornato col bazooka:”Fumo e coltivo cannabis”: buferone politico, battaglia in Parlamento. Due o tre cose bisogna pur dirle sul suo ritorno – col botto.
Mattia Santori, il giovanotto che ha fondato il Movimento delle Sardine (novembre 2019) e poi si è intruppato nel consiglio comunale di Bologna, quota Pd, due anni dopo eccitanti fiammate, adunate straripanti, generose ospitate in tv. Zitto per un po’, è tornato col bazooka intervenendo agli “Stati Generali sulla cannabis” a Milano. “Cari signori, io fumo e coltivo cannabis. Mi faccio canne da quando ho 18 anni. Consumo e autoproduco per uso personale “. E poi: Faccio uno spinello ogni tre giorni con le mie tre piantine”. Bene. Ed allora ragioniamo.
Mattia lo sa bene. Rischia 6 anni di carcere. Forse. Dipende dalla valutazione del magistrato. Se il laboratorio ittico risulta “rudimentale “ saluti e baci. Tutto regolare. Sennò, dice una sentenza della Cassazione, “è penalmente rilevante”. E sono guai. Santori sosriene che le sue canne domestiche non danno dipendenza. E cita studi scientifici sconosciuti. In ogni caso si è denunciato da solo.
Il ragionamento di Mattia (opinione strettamente personale) appare confusionario. Sostiene che il suo fai-da-te è addirittura virtuoso. “Sì, perché il mio consumo ricreativo non arricchisce il mercato della cannabis che è in mano alla criminalità “. Ed è un mercato che vale 6,3 miliardi . Gli utilizzatori sono 6 milioni di persone che acquistano prevalentemente per strada. Inoltre:”Denunciando me si denuncia uno Stato che obbliga 6 milioni di consumatori a rivolgersi al mercato nero e si criminalizzano 500 mila autocoltivatori che da anni aspettano di essere rappresentati politicamente”.
La sardina bolognese indubbiamente sta agitando le acque (peraltro mai tranquille) della Politica alle prese con temi bollenti e divisivi. Santori colleziona denunce.
Il ddl sulla cannabis è arrivato in Parlamento; prevede la totale depenalizzazione della coltivazione domestica di un massimo di quattro piantine di marijuana oltre a prospettare la riduzione delle pene per i fatti di lieve entità riguardanti la cannabis. Insomma si punta a “togliere terreno allo spaccio” come ha riferito il relatore del testo Mario Perantoni (deputato M5S, avvocato di Sassari, presidente della commissione giustizia).
Ha detto la sua anche Roberto Saviano:”Legalizzare è l’atto contro la mafia più importante che le democrazie possono fare”. Apriti cielo! La Lega è pronta a dare battaglia in Parlamento. Tira aria di tempesta.