Savona Paolo Ministro dell’Economia, incubo per eurocrati…e Salvini. Il Governo degli asinelli, allora, sembra proprio che stia per partire. Intanto, si è capito che questo Conte, il presidente incaricato, è un 5 stelle totale, a pieno titolo. Lo show di ricevere i risparmiatori truffati dalle banche per assicurare loro che saranno rimborsati è una specie di marchio di fabbrica. Se sono stati truffati, e la truffa è un reato penale, se ne devono occupare i tribunali, non il presidente del Consiglio. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,-Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play]. Ma, forse, Conte intende rimborsare i truffati con i soldi pubblici. Ma chi stabilirà se uno è stato truffato o era solo un avido cacciatore di alti interessi? Lo stesso Conte? si chiede Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche da Uomini & Business.
La grana vera rimane, comunque, quella di Paolo Savona all’economia, poco gradito a Mattarella perché no-euro e no-Europa. Salvini ha rischiato una crisi istituzionale (si è fatto bacchettare dalla presidenza della Repubblica) per aver insistito oltre ogni misura sul nome di Paolo Savona.
E qui c’è il mistero. Da un punto di vista logico, infatti, Savona è un rischio anche per Salvini. Savona è 90 metri sopra tutto il governo che sta per nascere, ha 82 anni, non deve niente a nessuno, e è un signore dalle idee fermissime. Se domani non gli andasse bene qualcosa, impiegherebbe venti secondi a mandare a rotoli il governo e Salvini. Non è uno che come massimo della carriera abbia fatto il sindaco di Velletri. E’ stato direttore dell’Ufficio studi della banca d’Italia (aveva Fazio alle sue dipendenze), allievo di Carli e di Baffi, ministro con Ciampi, direttore generale della Confindustria. E, in seguito, capo di importanti istituzioni finanziarie internazionali (dall’ultima si è dimesso pochi giorni fa). La sua indipendenza di giudizio e di azione, sono cose notissime: Savona potrà avere dei difetti e pensare cose un po’ controverse, ma di sicuro è un signore di grandissima indipendenza.
Perché allora Salvini se lo vuole portare a tutti i costi al governo, correndo il rischio di ritrovarselo magari contro dopo due settimane? E Savona, garantisco, è meglio non averlo contro, soprattutto nelle cose economiche: sa tutto e ha letto tutto, sono più di cinquant’anni che ci nuota dentro, ha conosciuto tutti e ha discusso-litigato con tutti.
L’unica spiegazione possibile è che Salvini sia convinto (magari sbagliando) che Savona sia l’uomo che porterà l’Italia, autorevolmente, fuori dall’euro, vecchio stupido sogno leghista.
Ma non è così. Savona non è Varoufakis. E sa benissimo che cosa succede a fare gli spiritosi con le monete. E con le banche.
E allora quale spiegazione resta? Una sola. Salvini vuole litigare con l’Europa e l’euro perché questo gli porta voti. I suoi elettori, invece di ringraziare l’euro, sono convinti che sia all’origine del loro malessere. Solo che nelle file della Lega non c’è nessuno, nessuno ripeto, da poter mandare a Bruxelles con qualche autorevolezza a discutere di monete. Savona invece è perfetto. Sa tutto e non si arrende facilmente. E è convinto che l’euro sia una cosa sbagliata (è una moneta senza uno Stato dietro). Per gli eurocrati Savona può diventare un incubo di un certo peso. E questo è esattamente quello che Salvini vuole: far saltare i nervi a Bruxelles.
Ma non Mattarella.
Come finirà? Oggi sapremo. La soluzione più quotata, al momento, è che alla fine Conte assuma anche l’interim dell’economia, lasciando Savona e Salvini in panchina.