ROMA – C’è tutto il divario fra la sinistra europea, quella che conta e la sinistra italiana, quella da selfie, nelle parole sui risultati del referendum in Grecia, affidate a un video messaggio da Martin Shultz, presidente del Parlamento europeo e icona del disprezzo internazionale per Berlusconi (nel 2003 Berlusconi lo apostrofò con l’epiteto di Kapò, capo squadre nei lager).
E anche la lucidità con cui Eugenio Scalfari stigmatizza gli entusiasmi degi italiani.
In Germania come in Francia sanno che più l’Europa dà spazio a Alexis Tsipras più avranno spazio i movimenti detti populisti, Beppe Grillo e Le Pen, che fanno leva sulle cieche paure della gente per guadagnare voti all’insegna del tanto peggio tanto meglio. Solo gli italiani della sinistra dura e pura si schierano con Beppe Grillo e Salvini pro Tsipras (con Salvini che sembra essersi reso conto del rischio che lui stesso corre).
La staffilata di Eugenio Scalfari lascia il segno. Ha scritto in coda al suo editoriale di domenica 5 luglio 2015 su Repubblica:
“Si capisce bene perché Grillo si trova ad Atene e fa il tifo per Tsipras e si capisce anche perché Salvini, pur non muovendosi da Milano, fa il tifo affinché nel referendum vinca il “no”. Ma io non capisco affatto perché siano ad Atene anche Fassina e i suoi compagni della sinistra. Vogliono che l’Europa si arrenda al ricatto greco o che vada per aria? Che l’ipotesi di un’Europa federale si allontani verso un tempo infinito? È questo ciò che vuole il pulviscolo di sinistra? Mi sembra un grave errore e un’assenza di “pensiero lungo” assai preoccupante per chi vorrebbe una sinistra seria e capace di governare”.
Martin Schultz invece non ha dubbi sulla linea della fermezza:
“La proposta bocciata dal popolo greco era quella condivisa dagli altri 18 Paesi. Ora tocca al governo greco avanzare una proposta che convinca le altre Nazioni. La promessa di Varoufakis che le banche riapriranno domani e che ci sarà denaro disponibile mi sembra difficile e pericolosa: credo che il popolo greco vivrà in una situazione più difficile. Penso che lunedì stesso o al massimo al summit di martedì dovremmo discutere un piano di aiuti umanitari per la Grecia: pensionati, bambini, gente comune, non dovrebbero pagare il prezzo della situazione drammatica in cui si trova il Paese e in cui l’ha portato il governo di quel Paese ora”.