Opinioni

Speranza sulla graticola: il caso Calabria, l’inazione estiva, il vaccino

Siamo meno liberi e forse lo diverremo ancora di più. Dopo la Toscana, l’Umbria, la Liguria, l’Abruzzo e la Basilicata, oggi sarà probabilmente la volta della Campania e di Napoli in particolare.

Gli scienziati hanno convinto il Governo che la situazione potrebbe diventare presto assai pericolosa. Così le forze politiche, ma soprattutto Conte e Speranza, hanno dovuto piegarsi all’evidenza dei fatti. Il presidente del Consiglio ha cercato fino all’ultimo di evitare la chiusura di altre regioni perché l’economia potrebbe andare a carte quarantotto. Però, alla fine ha ceduto e il Paese è diventato più “stretto”. Lo diventerà ancora di più se le verifiche dei dati della Campania diranno che i numeri forniti non sono veri. Che brutta figura non solo in Italia, ma in Europa e nel mondo. Per Speranza e per tutto il Governo.

Questa è l’Italia dei furbi che prima o poi vengono stanati. Peccato che ci si debba vergognare proprio nel giorno in cui arriva dall’America la notizia che tutti si auguravano venisse. La Pfizer ha annunciato che in novembre potrebbe essere pronto il vaccino per combattere la pandemia. I risultati finora sono andati al di là di ogni previsione perché nel novanta per cento dei casi le “cavie” hanno respinto il male. C’è di più. In un incontro riservatissimo, il ministro della Salute avrebbe ottenuto la promessa che in Italia, proprio a novembre, arriveranno 1,7 milioni di dosi.

Dobbiamo essere entusiasti. Ma non per questo dovremo abbassare la guardia. Come è accaduto in estate quando si è suonato il “libera tutti”, perché si credeva che il virus fosse ormai sul viale del tramonto. Commetteremmo un gravissimo errore. E il Comitato tecnico scientifico continua ogni giorno a rinnovare il grido di allarme. Lo stesso fanno l’ordine dei medici e degli infermieri insieme con gli anestesisti. Se la voce degli operatori sanitari è così forte, non dobbiamo sottrarci ai nostri doveri. Massimo Galli, direttore dell’ospedale Sacco di Milano, è ottimista: “Siamo ad una svolta”, dice. Dobbiamo esser fiduciosi, quindi e attendere con pazienza.

Il Palazzo non si espone. È prudente, non vuole che l’opinione pubblica si illuda. Non fa commenti. Sostiene solo che il vaccino (anche se arriverà alla fine di questo mese o a dicembre) non risolverà i problemi della nostra economia. “Prima salviamoci e poi penseremo alle casse dello Stato”, tuonano le opposizioni.

Dunque, anche di fronte ad una notizia così sensazionale le forze politiche non placano le loro divisioni. In ballo c’è ancora il caso Calabria con due commissari che entrambi in tv fanno una figuraccia. Il primo, Saverio Cotticelli, ex generale dei carabinieri, si dimette dopo una disastrosa intervista. In cui dichiara di non sapere che il piano anti Covid gli spettava.  Il secondo, Giuseppe Zuccatelli, sostiene in una dichiarazione rilasciata alla fine di maggio che le mascherine non servono a nulla (usiamo un eufemismo per evitare la volgarità). E che l’unico rimedio valido è il distanziamento.

Succede il finimondo e sono in molti a chiedere che la sua nomina venga annullata. In primo luogo. un folto gruppo di parlamentari dei 5Stelle. Che si rivolgono al presidente del Consiglio (e cioè a colui che lo ha impalmato) chiedendogli una necessaria marcia indietro. Tutto imbarazzante perché Zuccatelli è uomo del ministro Speranza. E’ possibile che lui, al vertice della Sanità, non fosse al corrente di una simile gaffe? “No”, risponde, “perché non si dà un’occhiata al curriculum di Zuccatelli e ci diamo una calmata?”.

Inutile gettare acqua sul fuoco. Speranza è ministro della maggioranza di cui fanno parte pure i pentastellati. E allora? “Non si può lasciare andare un caso del genere”, aggiungono gli esponenti del Movimento. La polemica infuria. Mentre la Calabria è con l’acqua alla gola sia da un punto di vista sanitario ed economico. Interrogativo rivolto a Palazzo Chigi: vogliamo salvarla questa regione, maglia nera del profondo Sud?

 

Published by
Marco Benedetto