
ROMA – Gustavo Piga ha pubblicato questo articolo anche sul suo blog con il titolo: “Aprite la cantina del Tesoro italiano”. ย La relazione del Direttore del Debito Pubblico del Tesoro italiano, Maria Cannata,ย di fronte alla Commissione Bilancio presieduta dall’on. Daniele Capezzone, sui derivati fatti da Stato ed enti locali rappresenta una svolta storica nei rapporti tra burocrazia e i cittadini in Italia. Ma la svolta non รจ ancora completa, rimangono troppe zone d’ombra e le spiegazioni portate da Maria Cannata non convincono.
Perchรฉ lโaudizione di un dirigente dellโamministrazione riveste cosรฌ tanta importanza? Prima forse andrร chiarito come Maria Cannata รจ da anni al posto di comando per la gestione del debito pubblico, un lavoro delicatissimo. Il che non la esime ovviamente di circoscrivere il suo ruolo e le sue responsabilitร : โnel 2002, in applicazione dei principi previsti โฆ in merito alla separazione dellโattivitร di gestione finanziaria, tecnica ed amministrativa, di competenza dei dirigenti, da quella di indirizzo politico, lโattivitร in derivati venne delegata dal Ministro dellโEconomia e delle Finanze al Dipartimento del Tesoro; il Direttore โฆ (del Debito) procedeva alla stipula degli accordi stessi ed il Direttore Generale del Tesoro alla loro approvazioneโฆ Di tali operazioni era data comunicazione al Gabinetto del Ministro.โ Ma la sua relazione sullo stato dei derivati italiani era attesissima dato fino ad oggi il quasi totale silenzio del Tesoro al riguardo (epocale รจ rimasta la relazione in merito del sottosegretario allโistruzione Marco Rossi Doria alle Camere, persona assolutamente tanto meritevole quanto ignaro del tema) e la possibilitร che gli ammontari in gioco fossero rilevanti per cittadini e investitori.
La relazione, disponibile sul sito del Tesoro, non ha deluso le aspettative, senza dubbio il documento piรน trasparente e ricco di informazioni che il Tesoro italiano abbia mai pubblicato.
Merito dunque al Tesoro ma anche a Daniele Capezzone (e alla frenetica opposizione grillina), perchรฉ รจ probabile che senza questa audizione non si sarebbe mai arrivati a questo punto di non ritorno. Giร , perchรฉ da qui non si torna piรน indietro: le informazioni rivelate da Maria Cannata in maniera esplicita (alcune erano rintracciabili giร oggi presso Banca dโItalia, Istat e Corte dei Conti) faranno parte da ora in poi di un aggiornamento periodico del Tesoro atteso da tempo, ne siamo certi.
La domanda chiave รจ cosa deve venire in piรน (perchรฉ certamente non basta quanto detto dal Direttore del Debito per dare a contribuenti e mercati quella fiducia nellโemittente sovrano fondamentale per ridurre il costo del debito della Repubblica), che cosa manca ancora.
Daniele Capezzone, dopo avere interrotto per mancanza di tempo la relazione di Maria Cannata proprio sul piรน bello (in particolare alla pagina 23, quella con abbondanza di dati), ha invitato il Direttore per una seconda audizione, alla quale gli ha chiesto di presentarsi con 4 informazioni: il valore totale dei derivati italiani (ma la Cannata mi pare lo dia, 159,6 miliardi di euro per lo Stato e circa 25 miliardi โ censiti, ma chissร che non ce ne siano altri โ per gli enti locali; il chรฉ conferma che lโenfasi negli anni dei responsabili del debito sui soli enti locali era decisamente sproporzionata rispetto allโeffettivo peso dei derivati del Tesoro), la cifra del valore di mercato per ogni contratto (oggi fissata, ci ha aggiornato Maria Cannata, a 36,87 miliardi totali in rosso, con un peggioramento ulteriore rispetto ai dati pubblicati dallโUfficio Parlamentare di Bilancio per il 2013, di 29 miliardi, e massimo storico), il valore di mercato dei contratti degli enti locali (che Maria Cannata ha subito detto di non possedere, con comprensibile disappunto dellโOn. Capezzone) la divisione territoriale dei derivati degli enti locali (vedi il tutto negli ultimi 10 minuti sul video dellโaudizione).
Valori di mercato negativi non necessariamente sono un ragione per gridare allo scandalo: Maria Cannata ha spiegato come il Tesoro aveva qualche anno fa il (giusto) obiettivo di allungare la vita media del debito per ridurre il rischio debito e il rischio tasso, con unโassicurazione chiamata appunto derivato, emettendo a lunga ed entrando in swap che trasformassero i titoli a breve in titoli a lunga (pagando dunque, nei derivati, un tasso fisso e ricevendo un variabile). Il drammatico e inatteso crollo dei tassi a breve del dopo crisi ha reso negativi i valori di mercato dei derivati (Cannata ha ben spiegato che spesso nella vita come cittadini paghiamo lโassicurazione senza ricevere soldi perchรฉ lโevento contro cui ci siamo assicurati non avviene, ma non per questo dobbiamo rimpiangere di esserci assicurati), perdite che comunque non si realizzeranno a meno che il Tesoro non sia obbligato dalle controparti private ai sensi del contratto a interrompere lo scambio di flussi e a rimborsare la parte creditrice prima della scadenza.
E qui nasce appunto il problema dei problemi. Non abbiamo la dimensione di questo rischio. Un esempio su tutti. Maria Cannata fornisce dati nuovi sulla famosa transazione Morgan Stanley e spiega come la clausola di rescissione unilaterale inserita a favore della banca dโaffari ha generato significativi costi per il contribuente. Rimane da capire quali fossero le caratteristiche di questo contratto e perchรฉ fu sottoscritto, in primis, e con una clausola di questo tipo in secundis.
Il Direttore del debito spiega poi che clausole di rescissione bilaterali si svilupparono nei primi anni per tutelarsi dal rischio delle banche, percepite allora piรน rischiose della Repubblica italiana: ma ciรฒ non vale per la transazione con Morgan Stanley, dove lโunica a proteggersi con la clausola di rescissione fu la banca stessa.
Altre informazioni mancanti riguardano operazioni piรน recenti, benchรฉ si debba riconoscere la maggiore trasparenza ottenuta grazie alla relazione di Maria Cannata, che comunica come esistano a tuttโoggi โ13 contratti (dove) sono presenti clausole di risoluzione anticipata (bilaterale) al valore di mercato.โ Si รจ arrivati a 22 cancellazioni, da ben 35 nel 2011, โnella maggior parte dei casi contestuale alla novazione soggettiva, ristrutturazione o rinegoziazione delle posizioni che le includevano; solo in due casi รจ avvenuto lโesercizio da parte dalla controparte (giugno e dicembre 2014โ. Ma quanto sono costate queste cancellazioni, soprattutto queste ultime due? Non รจ dato sapere perchรฉ non conosciamo i contratti sottoscritti.
E, giร che ci siamo, ricordiamo che Maria Cannata fornisce la lista delle controparti, 19, in appendice della sua relazione. Informazione rilevante, ma che non ci rivela quale sia lโesposizione rispetto alle singole banche o, perlomeno, tra diversi livelli di rating. Andrebbe fatto, in nome della trasparenza e della rassicurazione di contribuenti e investitori, anche perchรฉ non si vedono i rischi connessi alla pubblicazione di tale informazione, tenuto anche conto che la stessa Direttrice ha spiegato quanto dal 2011 sia divenuto rilevante il rischio di controparte.
Certo รจ vero che Maria Cannata ha anche rassicurato tutti su quelle transazioni peculiari in derivati che lei stessa definisce come โsottoscritti (dai Governi) deliberatamente in maniera sbilanciataโ, utilizzati molto probabilmente dalla Grecia โ e causa dellโavvio della crisi ellenica โ nascondendo un prestito delle banche con unโentrata fiscale pur di mostrare un deficit migliore invece che un maggiore debito come dovrebbe essere, ingannando contribuenti e investitori sulla salute dei conti pubblici greci. Esclude, Maria Cannata, che tali contabilizzazioni โanomaleโ siano mai avvenute in Italia, visto che lei stessa le descrive come rappresentanti โinequivocabilmente un prestitoโ e quindi non lasciando dubbi su come il Tesoro abbia contabilizzato correttamente queste operazioni peculiari.
Rimane unโultima richiesta che andrร prima o poi esaudita, meglio prima che poi. E che ci fa sollevare automaticamente una domanda condita di perplessitร : ma perchรฉ il Tesoro rimane โavaroโ di informazioni sui singoli contratti, tra lโaltro richieste dallโopposizione grillina a gran voce (vedi video ultimi 10 minuti)?
Certo, non รจ detto che la trasparenza sia sempre ideale: in alcune occasioni รจ bene che un Governo mantenga riservati i suoi comportamenti. In questo caso non รจ cosรฌ ed รจ ampiamente tempo che possa essere per sempre eliminato quel dubbio, che attanaglia i mercati da tempo, che chissร quale mistero circondi transazioni che, invece, il Tesoro ha avuto modo di argomentare in maniera convincente โ nellโaudizione e in passato โ sono state perfettamente in sintonia con una gestione del rischio di un buon padre di famiglia. Detto questo, sono due gli ordini di spiegazioni che dร Maria Cannata per lโassenza di pubblicitร sui singoli dati.
Il primo, nel dibattito finale, รจ questo: โla richiesta dei singoli contratti รจ un poโ particolare perchรฉ ci sono delle sensibilitร : un grado cosรฌ granulare di disclosure [informazione] non lo dร nessuno perchรฉ potrebbe avere dei riflessi di farci perdere in termini competitivi rispetto al resto del mercatoโ. Non รจ una motivazione molto chiara (che riflessi? che competitivitร ?) ma soprattutto ci spiace smentire il Direttore del Debito Maria Cannata sul fatto che nessun Paese fornisca tale informazione. Basterebbe andare sul sito della Banca centrale danese, che gestisce il debito della Danimarca, per vedere come da sempre questa non solo pubblica โ nella sua Relazione Annuale โ un capitolo interamente dedicato alla politica dei derivati ma anche fornisce, in apposite tabelle, le singole operazioni (di apertura e chiusura!) su ogni derivato avvenute in quellโanno (vedi tabella sotto), anche se mancano alcuni dettagli delle singole operazioni (nome controparte, tasso dellโoperazione, ecc.).
Certo non siamo a conoscenza di un Paese dellโarea euro che sia trasparente come la Danimarca (ed anche la Svezia) e ci aspetteremmo che BCE, Commissione europea ed Eurostat forzassero la mano a tutti i governi dellโeuro per dare piรน sicurezza agli investitori nellโarea della moneta comune. Ma, cominciando dallโItalia, lโesempio danese mostra come non vi sia motivo perchรฉ il Tesoro italiano non faccia altrettanto e perchรฉ i vertici del Ministero, che Maria Cannata ricorda โstanno valutando la richiestaโฆ e (comunque) non vogliono nascondere nullaโ, non siano completamente aperti e trasparenti al riguardo, come i danesi che hanno la trasparenza nel sangue e non percepiscono alcun costo da tale pubblicazione.
Certo, alla fine il Direttore del Debito Maria Cannata aggiungerร , come motivo per non dare tali dati, questo: โse ci chiedete tutti i contratti dal โ90 ad oggi noi ci paralizziamo perchรฉ dobbiamo andare scavare nelle cantine a ripescare chissร che cosaโ. Ma, se mi permette il Direttore, ritengo proprio che la cantina vada aperta a tutti.
