
Tommasi, questa vittoria vale come uno scudetto? La fatal domanda di un mestiere oltre la frutta (foto Ansa)
In un punto dell’ora che scorre tra le 23 e le 24 di domenica 26 giugno il mestiere, un mestiere va oltre la frutta. Quale mestiere? Ormai difficile dire. Non quello del giornalismo, cioè dei mass media. Supponeva quel mestiere un termine medio e una funzione intermedia tra i fatti e coloro cui i fatti venivano portati a conoscenza attraverso la mediazione appunto del confezionare un prodotto: la notizia, il giornale, il tg…Neanche quello oggi effettivamente svolto dai giornalisti e cioè il mestiere di comunicatori, l’attività di comunicazione che non contempla e prevede nessuna mediazione e termine medio: si fa da terminale alle comunicazioni altrui, le si trasferisce su una piattaforma quale che sia, quali che siano le comunicazioni. Senza filtro di plausibilità , senza setaccio di competenze. Ma in quel punto dell’ora che scorreva tra le 23 e le 24 di domenica 26 giugno è scoccata una scintilla da cui un lampo, da cui fu luce piena su una ormai non più nuova ma prevalente attività . Cui va dato pieno riconoscimento, chiamandola con il suo nome. Anche se non è chiarissimo quale questo nome possa essere.
La genialità dello sciocco
Verona, è stato eletto sindaco Damiano Tommasi. Son successe un sacco di cose: c’è stata una sorpresa elettorale, Tommasi è sindaco a sorpresa, la Destra si è divisa al primo turno, Sboarina candidato di Giorgia Meloni ha fatto pubblico disprezzo degli (alleati?) di Lega e Forza Italia, il cosiddetto centro destra si è suicidato nel caos e mostra scarsa fibra nei suoi esponenti, Tommasi ha vinto ed è sindaco perché parla un linguaggio, almeno un linguaggio, che non è quello dei talk-show e dei tweet…
E intorno a Tommasi sono gli incaricati di fargli dire qualcosa (intervistarlo, suvvia, è parola grossa). Uno degli incaricati si carica, carica la sua interna dinamo professionale e intellettuale sotto l’impulso dello “e io che gli domando a Tommasi?”. Ideona: gli domando se la vittoria vale quanto uno scudetto. E così lo sciocco come categoria dello spirito viene attivata da una auto percepita genialità .
Rara avis? No, stormoÂ
Certo è dura eguagliare il colpo d’ala della domanda “questa vittoria è come uno scudetto?”. Certo in questa domanda, nel concepirla prima ancora che nel porla, c’è una inconsueta e non comune capacità di sintesi e fusione tra il grottesco e , diciamo così, l’ingenuo. Certo c’è della grandezza in questa creatività assemblante il banale e l’orecchiato e c’è dell’ardimento nell’esperire nuove strade della divulgazione. Una domanda al politico che è stato calciatore se la vittoria elettorale sia come uno scudetto è cucina fusion da chef, una domanda così non si batte. Però chi l’ha pensata, posta e mandata in onda nella notte della “fatal Verona” (un po’ anche per le cronache politiche) non è rara avis. C’è stormo a seguirlo e dopo la domanda di Verona le cronache politiche non potranno mai più essere le stesse.