ROMA – Stefano Corradino ha pubblicato questo articolo dal titolo “Toto Quirinale, perche Rodotà vince e svanisce?”, anche sul sito di Articolo 21.
In Articolo21 convivono anime diverse che in modo diverso pensano, pregano (o non pregano), votano e si mobilitano per cause civili, sociali e politiche. Per questa ragione non abbiamo candidature da indicare per il Quirinale. Ci sono tuttavia alcune sfaccettature, anche nella corsa al Colle e nell’atteggiamento dei media che non possiamo non rilevare.
Nel conto alla rovescia per il Capo dello Stato il Fatto Quotidiano lancia il suo primo turno di Quirinarie che viene stravinto da Stefano Rodotà con oltre 17mila preferenze. Rodotà è al primo posto nei sondaggi presentati a “Ballarò” (Rai3) e “Di Martedì” (la7). E’ secondo nel sondaggio pubblicato dal Corriere della Sera (un punto dietro Prodi doppiando il terzo arrivato Veltroni). E’ al quarto posto nel sondaggio di Tecnè per “Porta a Porta”. E potremmo citarne numerosi altri.
Eppure, misteri dell’informazione nostrana, il nome di Rodotà sparisce di fatto (tranne che sul Fatto e in poche altre testate) dalla rosa dei favoriti. La gran parte dei media lancia il sasso e nasconde la mano. Si cita distrattamente il risultato dei rilevamenti e poi, come in un mirabile trucco degno del miglior mago Silvan, le preferenze riservate al giurista scompaiono.
I candidati plausibili sono altri e di Rodotà non c’è traccia.
Proviamo a suggerire alcune ragioni della curiosa rimozione dalla lista dei papabili:
Rodotà è uno strenuo difensore dei principi fondamentali della Costituzione. Che però ormai è cosa vecchia da rottamare e da riscrivere (a quattro mani: R & B).
Si è sempre opposto alle leggi ad personam. Che tuttavia non hanno alcunché di sbagliato secondo i fautori del Patto del Nazzareno.
Ha sempre combattuto contro i bavagli alla libertà di espressione. Che forse poi meglio multarli pesantemente alcuni giornalisti così ci penseranno meglio a fare le pulci al potere.Stefano Rodotà – che Articolo21 ha trovato sempre al suo fianco nelle battaglie per il dovere di informare e il diritto ad essere informati – è quindi non pervenuto. Vince e svanisce. E si dissolvono – rimuovendo dalla rosa dei papabili figure come Rodotà, Zagrebelsky, Imposimato e altri storici garanti del diritto e della Costituzione – anche quelle flebili speranze di tornare ad essere (o di diventare) un paese civile.