ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo “Tsipras: più cambiali che bandiere rosse”.
Ci sono un paio di questioni intorno alle quali è bene spendere qualche parola. La prima è la vittoria di Tsipras in Grecia. La Troika è finita. L’Europa trema. Fine dell’austerità. E via di questo passo.
Va bene che giornali e telegiornali sono alla caccia di pubblico, e quindi esagerano tutto. Colpisce di più che a usare gli stessi termini, a esaltarsi, siano nostri dirigenti politici (in genere di sinistra). Qualcuno di loro addirittura propone un modello Tsipras per tutto il sud Mediterraneo.
Allora vanno spiegate due cose. La prima è che il modello Tsipras non esiste. Lui dice solo che non vuole pagare i vecchi debiti (o solo in parte) e che non vuole più l’austerità.
Poiché la Grecia non ha una lira, chiunque capisce che siamo di fronte a affermazioni folli. Quelli a cui Tsipras non vuole ridare i soldi sono gli stessi che dovrebbero prestargliene di nuovi, se in Grecia vogliono mangiare qualcosa. Alla fine, quindi, il rivoluzionario Tsipras dovrà comportarsi non come un rivoluzionario circondato da bandiere rosse al vento, ma come un qualunque debitore moroso. Come modello è già noto fin dall’800 e non è granché.
Fine dell’austerità è poi l’altro corno della propaganda di Tsipras e che naturalmente i nostri politici sposano. Nelle condizioni della Grecia, e anche dell’Italia, fine dell’austerità significa semplicemente fare altri debiti. Scelta molto pericolosa per due paesi già pieni di debiti e che hanno dimostrato di fare un uso pessimo dei soldi avuti in prestito dall’estero. Anche qui, al massimo, Tsipras otterrà qualche piccola delega, cioè il permesso di fare ancora qualche debituccio, sotto l’occhio vigile della Troika.
Ma esiste una risorsa estrema: la Grecia potrebbe abbandonare l’euro. Credo che in Europa tutti si metterebbero a ridere. Oggi, nelle condizioni attuali, la Grecia fuori dall’Europa ripiomberebbe nella miseria più tremenda e probabilmente non riuscirebbe nemmeno a evitare una devastante guerra civile.
La rivoluzione di Tsipras, quindi, si riduce a poco più di niente. Non sarà un capo di governo in grado di pretendere qualcosa da qualcuno, ma solo un capo di governo che dovrà, con le buone maniere, chiedere di non essere abbandonato al suo destino insieme al suo popolo.