ROMA – Un partito oltre il 40 per cento non si vedeva dalla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso. Quel partito era la Dc. Il 25 maggio scorso è stato il Pd di Matteo Renzi e compiere l’impresa. L’Italia è tornata ora a scommettere su un governo per le stesse ragioni di allora: bisogno di stabilità, niente avventurismo, niente rischi populistici. L’Italia, da poco più di dieci anni si era lasciata alle spalle il fascismo. La guerra fredda non consigliava cambi di spartito. Partito cattolico al governo con i suoi satelliti minori; socialisti e comunisti all’opposizione.
La scelta di allora fu una conseguenza naturale degli equilibri mondiali. Quella di adesso è stata conseguenza degli equilibri europei in un momento di drammatica instabilità economica, in controtendenza e quindi più sorprendente. La retorica che non manca mai parla di tsunami, la realtà dice di un rovesciamento di previsioni e di timori. Due le “vittime” illustri: Silvio Berlusconi e Beppe Grillo.
Tutto questo è ormai chiaro e risaputo. La novità vera va cercata nei particolari “minori”. Il più evidente è quello della pattuglia di Angelino Alfano che, nonostante tutto ce l’ha fatta. Non era facile sopravvivere all’anatema di Berlusconi e allo strapotere di Renzi. Il buon Alfano, pur avendo inzeppato la lista di presentabili, ce l’ha fatta. “Non da solo”, urlano da Arcore e dintorni.
Sì perché, fra i particolari “minori” ce n’è uno “minimo”. Ed è quello di Pierferdinando Casini, portatore di voti ad Ncd.
La lettura che se ne fa, segue lo stesso schema degli ultimi dieci anni, da quando cioè Casini, “prevedendo” la catastrofe berlusconiana, era uscito dal Pdl e aveva cominciato a pendolare a da Massimo D’Alema a Mario Monti, dalla Compagnia delle Opere alla Comunità di Sant’Egidio. Una sorta di “movimiento” ispirato al compianto Herrera (Heriberto) che ha portato l’Udc dal 6 al 4 per cento, e dal 4 per cento all’1,2. Eppure, il “bello” della Dc è ancora soggetto di articolesse che ne parlano come un conduttore arguto, come il salvatore di Alfano, non si capisce ancora se per un futuro con Renzi o con nuovo passato con Berlusconi.
L’Italia cambia, l’universo cambia. ma Casini è sempre al centro, anzi è lui il centro.
Il grande Gianni Brera, al tempo del “Guerin sportivo”, usava raccontare un apologo assai attuale. Un gruppo di terrestri percepiva dei segnali provenire dall’universo extraterrestre. Ringalluzzito dalla scoperta, si dava da fare per rispondere a quei segnali, cercando di farsi notare. In effetti veniva notato. Gli extraterrestri rispondevano con cortesia: non è con voi che ce l’abbiamo, ma con quelli del pianeta successivo. Ci manca un Brera!