ROMA – Roberto Benigni è “diventato una maestrina di scuola media”. Alberto Sordi era omofobo”. Paolo Poli, non perdona e si confida con Malcom Pagani in una deliziosa intervista a ruota libera che occupa due pagine del Fatto di domenica 21 giugno 2015 e spazia sugli 86 anni di vita di Paolo Poli, dal seno di Clara Calamai nella “Cena delle Beffe” di Alessandro Blasetti all’ultimo “Youth” di Paolo Sorrentino il “Racconto dei racconti di Matteo Garrone”:
“Yo u t h non è perniente male. Ha due grandi attori e le telefonate,alla nostra età, somigliano tutte ai discorsi che si fanno Caine e Keitel: “Oggi quanto hai pisciato?Due gocce?”. Per il resto non ho apprezzato per niente “La grande bellezza” e anche Garrone ha trasformato Basile fino a renderlo irriconoscibile. […] Si fa fatica a digerirlo. Sono abituato ad altre emozioni. Mia zia e mia madre mi portavano in sala. Quando Greta Garbo disse “dammi una sigaretta” una si pisciò addosso e l’altra si sentì male”.
La staffilata a Roberto Benigni parte così:
“Il peccato è foriero di ogni disgrazia, ma Collodi che era un genio, ha messo inogni capitolo di Pinocchio, in ogni puntata, uno spavento, un cattivone, un consiglio morale e una roba da ridere. Ci volevano tutti gli elementi. E lui lo sapeva. Come lo sapeva Luigi Comencini. Nel suo Pinocchio per la tv, per elevare il quadro, basta la presenza della volpe Ciccio Ingrassia. Nel Pinocchio “di Benigni invece, nello stesso ruolo si ricorre all’accento milanese e alla comicità dei Fichi d’India. Lo scopo è far ridere. Il risultato diverso”.
Benigni insiste Paolo Poli giocando un po’ sull’uso ambiguo dei generi,
“è diventata tutta correttina. Forse è l’influenzadella moglie. Lei ha un Papa in famiglia. Benigni è bravo, è artista, riesce a parlare dei Dieci Comandamenti e va a Sanremo a dire: “Vergine madre, figlia del tuo figlio”. Io mi romperei i coglioni. Il più retorico tra i pezzi danteschi, tutto pieno di ossimori o ossimòri che dir si voglia.Una cosa che si recitava, per obbligo, ai tempidella scuola”.
A Malcom Pagani sorge un dubbio e chiede a Paolo Poli: Benigni non le piace? Risposta:
“Era innamorato di mia sorella che non gliel’hamai data. Lei aveva intorno bei giovanotti, sapeva scegliere. Amo Lucia. L’unica parente con cui sia in stretto contatto. È come fosse mia figlia. Una figlia di dodici anni.Lei ha sempre detto che mantenere l’identità è fondamentale”.
Malcom Pagani: Benigni non ci è riuscito? Paolo Poli:
“Ma nasce in un campo. Nasce povero. Allora scopre all’improvviso il buffet e il controbuffet. Laforchetta. Le buone maniere. La società. E perde l’equilibrio. Per ilresto che dire della Benigna? Uno che prende in braccio Berlinguer e tocca i coglioni a Pippo Baudo è diventato senza preavviso una maestrina di scuola media”.
Poi tocca a Alberto Sordi:
“Odiosa persona. Omofobo. Dava la mano molle eguardava dall’altra parte. Bravo con Fellini, ma aveva già più di trent’anni perché Sordi, è utile dirlo, giovane non è mai stato. Trombava Andreina Pagnani che lui chiamava, non a caso, la vecchia. Lo conobbi a casa di Monica Vitti. C’era un compleanno. Io ero povero, ma mi sforzai e acquistai una testa di bambola della Lenci. Lui portò I maestri del colore comprato in edicola. I soldi li ha chi se li sa tenere”.