
ROMA – La barzelletta della pitonessa e del coniglio, una barzelletta sporca dalla quale Daniela Santanchè ha preso il soprannome di pitonessa. Lo ha rivelato l’ex marito della Santanchè, il chirurgo plastico Paolo Santanchè, quello dal quale lei ha preso il suo cognome così charmant, dopo aver abbandonato il suo cognome da nubile, Garnero.
Il chirurgo ha parlato ai microfoni de La Zanzara su Radio 24:
Qual è la barzelletta? “Quella del coniglio e della pitonessa, fatevela raccontare da lei, è carina. Io non posso, è una barzelletta così sporca, siamo in fascia protetta. Era l’unica barzelletta che lei raccontava sempre quando stavamo insieme, anche perché se ne ricordava poche”.
La barzelletta è questa: la pitonessa è una prostituta e il coniglio (in alcune varianti un topolino) è un cliente. Un coniglio esce di galera dopo tanti anni e decide di andare subito a trovare una nota casa-chiusa e chiede della più famosa delle prostitute: la pitonessa. Il coniglio viene accompagnato nella camera al buio, poi, dopo essersi abituato allo scuro della camera, nota due grandi occhi gialli e…subito dopo torna il buio.
Passa qualche decina di minuti e il topolino non si fa più vedere per cui la proprietaria incomincia a preoccuparsi e corre verso la camera della pitonessa, apre la porta, accende la luce e trova la pitonessa tutta gonfia e satolla. Con le buone e le cattive fa sputare il coniglio il quale uscendo esclama soddisfatto: “Bestia, che b…..no!”.
Ora sarà difficile non pensare a quella pitonessa quando i giornali e le tv parleranno ancora della “pitonessa” del Pdl, anzi no, di Forza Italia.
Sarà difficile non pensare anche alle altre cose che Paolo Santanchè ha detto della sua ex moglie:
«Ci siamo conosciuti quando lei venne da me per rifarsi il naso. Aveva 21 anni. Continuare a portare il mio nome è stata una concessione fatta in sede di divorzio perché all’epoca nel mondo del jetset era conosciuta come mia moglie, e io sono un chirurgo abbastanza conosciuto. Lei sostenne che avrebbe avuto un danno se non gli avessi concesso il cognome, perchè nessuno la conosceva con il suo cognome. Ormai non ci penso più, non è un problema assillante, ma è una cosa stravagante e incoerente per una sostenitrice delle donne non portare il suo cognome. Io sono un amante della coerenza che è una virtù in via di estinzione e questa cosa qui non riesco a capirla. Ma io sono un uomo all’antica e ho una parola sola. Abbiamo fatto un accordo e non ritorno sui miei passi».
«Leggo che lei si vanta di avermi portato un sacco di clienti ma per fortuna mi sono arrivati da soli. Certo, lei faceva pubbliche relazioni ma quando l’ho conosciuta ero già un chirurgo plastico molto noto perché ero uno dei pochi che faceva la liposuzione».
«Con me Daniela si è rifatta solo il naso il resto non lo so. Difficile capire da una foto, bisogna vedere i particolari. Può darsi che abbia fatto qualche punturina, l’hanno fatto tutti. Ma non so, non la vedo da tanti anni. Quando io decido di tagliare, taglio».
Ma lei affiderebbe alla Santanchè l’amministrazione di un condominio?: «Io non darei da amministrare nulla a nessun politico, non conosco un politico a cui affiderei qualcosa, non ci sono persone affidabili. È una tragica verità. Non conosco nessun politico che sia una persona affidabile. Però Daniela mi sembra in grado di guidare Forza Italia. Alfano? Un personaggio insignificante. Con Berlusconi lei è stata incoerente, prima contro e poi pasdaran? Sì, a me piacciono altri politici, ma solo i cretini non cambiano idea».
Qui potete ascoltare l’audio dell’intervista