Lindsay Lohan è tornata nel mirino del sito americano Gawker, questa volta per avere perso il ballo dell’Opera di Stato di Vienna. Un’occasione mondana forse più unica che rara per la “Disney fallen princess”, come la chiamano in Austria, la cui carriera negli States è decisamente in caduta libera.
A invitarla al gran ballo era stato il multi-miliardario (e pluri-divorziato) Richard Lugner, che ogni anno ama pagare circa 150 mila dollari per inorridire l’alta società viennese mostrandosi a braccetto con una “celebrity escort” sempre diversa, che gli faccia da accompagnatrice durante la serata.
Un vezzo che, negli anni, l’ha visto varcare la soglia del teatro dell’Opera a fianco di Sofia Loren (nel 1995), di Ivana Trump (nel 1994), di Carmen Electra (nel 2005) e di Dita Von Teese (nel 2008). Anche se, come ricorda malignamente Gawker, la maggior parte delle sue “partner” (da Paris Hilton alla coppia Pamela Anderson e Kid Rock) non aveva certo una gran dignità da proteggere.
La Lohan, però, non ha reso vita facile al “povero” (si fa per dire) Lunger: prima gli ha chiesto se fosse possibile spostare la serata, poi si è rifiutata di provare il vestito che avrebbe dovuto indossare, infine ha perso l’aereo che avrebbe dovuto portarla a Vienna perché – ha spiegato Lunger – «non aveva abbastanza soldi sulla carta di credito per pagare il jet privato perché la aspettasse».
Non contenta, Lindsay (soprannominata dalle penne affilate di Gawker LiLo) ha rifiutato di salire su un secondo volo perché la presenza di altre persone a bordo «non le avrebbe permesso di dormire durante il viaggio». Infine, la bionda attrice si sarebbe lamentata di non potersi lavare i capelli quella sera a causa del mal di testa e di un sospetto inizio di raffreddore.
Morale della favola, Lugner si sarebbe stancato dei capricci della (wannabe) diva e avrebbe rinunciato alla sua compagnia. Un peccato secondo l’autrice del post, Maureen O’Connor, visto che fare l’escort di alto bordo potrebbe essere per LiLo un ottimo modo per guadagnarsi da vivere. Perché la triste verità, continua O’Connor, è che alla tenera età di 23 anni, Lindsay – come molte delle bellezze assoldate da Lugner – ha ormai superato il suo periodo di massima fioritura.
«E’ stata una bambina e un’adolescente prodigio, ma ora non è più né bambina né adolescente. La dignità se l’è giocata più o meno intorno alla quarta volta in cui ha dimenticato di mettersi la biancheria intima, la sua carriera da attrice è in caduta libera così come le sue incursioni nel mondo della moda e della musica non hanno avuto troppo successo. (…) Ecco perché fare l’accompagnatrice alle feste in società non sarebbe una cattiva scelta».
Anche perché, sottolinea la O’Connor, sarebbe molto diverso dal fare la prostituta e soprattutto, se migrasse in Europa, darebbe finalmente un po’ di respiro alla stampa (e ai lettori) americani. «Quando ritornerebbe, la odieremmo meno e potrebbe finalmente permettersi tutto ciò che vuole e che gli americani non sono più disposti a darle, a cominciare dai fiumi di champagne».