
Al fondo è la vecchia abitudine dell’impermeabile che si apre e sotto c’è l’uomo nudo. La scena delle barzellette più che della realtà degli esibizionisti sessuali. Scena a abitudine rivisitate e corrette e trasformate in giacca. La indossi, la apri e sotto, a mo’ di fodera, ci sono immagini porno soft. E’ moda, forse alta, di certo bassina come ispirazione. Ma non è detto che non venda.
Perché una giacca da uomo non può essere sensuale come un tacco dodici? Questo si chiede Max Kibardin, giovane designer di scarpe e ospite come novità al Pitti Uomo. L’artista ha così provato a ritrarre il lato oscuro del desiderio di abiti formali per uomo e donna: una giacca con dentro la fodera non la grisaglia di ordinanza, ma una stampa di immagini pornografiche.
Kibardin, in realtà, disegna e produce modelli di altissima qualità, con materiali inusuali come paglie e intrecci di pelle, e dal design profondamente italiano.
La domanda, però, resta: come mai, dopo l’emancipazione dei sessi, dopo il femminismo e la rivoluzione digitale, il nuovo guardaroba maschile resta un tabù invalicabile? Almeno dal buon gusto?
