CUPERTINO – Tim Cook “è gay”, e per questo “ha a cuore diritti dei gay sui luoghi di lavoro”. E allora “perché non lo dice?”. Il sito americano Gawker, esperto in gossip, “chiacchiericcio” e curiosità del web, lo scrive chiaro e tondo, rivendicando di averlo anticipato già nel 2011. Ricostruiamo i fatti: negli ultimi giorni Tim Cook si è sentito in dovere di intervenire sul Wall Street Journal per dire no alla discriminazione dei gay sul posto di lavoro. Per Gawker è una conferma di quanto scritto nel 2011. Ma dall’altra parte si chiede perché non fa outing pubblicamente.
Dalle colonne del Wsj Cook ha sollecitato il Senato statunitense ad approvare una legge ad hoc, l‘Employment Non-Discrimination Act (Enda) nella fattispecie, sulla quale proprio per oggi negli Usa è in calendario un voto. È la prima volta che Cook si espone così pubblicamente su questo tema. La rivista ‘Out’ qualche mese fa lo ha definito l’omosessuale più potente d’America.
”Le persone – scrive Cook al Wsj – sono molto più inclini ad impegnarsi quando sentono di essere pienamente riconosciute e accettate”. Apple, aggiunge, è impegnata nel ”creare un ambiente di lavoro sano e accogliente per tutti gli impiegati, indipendentemente da etnia, sesso, nazionalità od orientamento sessuale. Per come la vediamo – sottolinea – accettare l’individualità di ognuno è una questione di basilare dignità umana e di diritti civili”.
La politica contro le discriminazioni di Apple, precisa, ”va oltre le protezioni legali di cui godono attualmente i lavoratori statunitensi”. Quindi Cook invita il Senato Usa a supportare l’Employment Non-Discrimination Act e la Camera dei Rappresentanti a portarlo al voto. L’Enda mira ad estendere ai lavoratori omosessuali e ‘transgender’ le protezioni federali su assunzioni e impiego che già riguardano caratteristiche personali come sesso, etnia, religione, disabilità. Qualche mese fa Apple, insieme ad altre aziende della Silicon Valley, si è espressa in favore dei matrimoni gay negli Stati Uniti.