In vista dell’uscita del suo nuovo libro assistito da Mark Manson, Will Smith ha rilasciato una delle interviste più rivelatrici della sua carriera.
La discussione su GQ vede la star di King Richard e Emancipation approfondire una serie di momenti cruciali della sua vita, inclusa una preziosa lezione che ha imparato dall’allenatore dell’intimità Michaela Boehm.
Will Smith e il suo sogno di avere un harem di fidanzate composto anche da attrici famose
Durante il loro primo incontro insieme, Smith ha confessato a Boehm che, se gli fosse stata data la possibilità di avere tutto ciò che voleva, avrebbe voluto un harem di fidanzate che includesse altre attrici famose.
Boehm ha detto a Smith di nominare le donne che avrebbe voluto in questo harem teorico, con il risultato che l’attore ha elencato Misty Copeland e Halle Berry.
Mentre Smith e Boehm continuavano a esaminare in modo collaborativo altre donne che poteva scegliere per questo gruppo, il piano dichiarato era di arrivare persino a contattarle per questa idea.
“Non so dove l’ho visto o qualche mer*a da adolescente, ma l’idea di viaggiare con 20 donne che amavo e di cui mi prendevo cura e tutto il resto, sembrava davvero una grande idea”, ha detto.
Ma Smith si rese subito conto che non era affatto il punto dell’esercizio. Dopo aver interpretato lo scenario insieme, Smith ha detto di essere arrivato a capire che l’harem sarebbe stato effettivamente “orribile” e avrebbe causato sofferenza a tutte le persone coinvolte.
Ma ha aiutato Smith a liberarsi di alcune tendenze alla vergogna profondamente radicate in relazione alla sua infanzia cristiana.
“Quello che stava facendo era essenzialmente ripulire la mia mente, farmi sapere che andava bene essere me ed essere chi ero”, ha detto.
Will Smith e la sua forte attrazione per Halle Berry
“Era giusto pensare che Halle fosse bella. Non mi rende una persona cattiva il fatto che sono sposato e penso che Halle sia bellissima. Mentre nella mia mente, nella mia educazione cristiana, anche i miei pensieri erano peccati.
Questo è stato davvero il processo attraverso il quale Michaela mi ha lavorato per farmi capire che i miei pensieri non erano peccati e anche agire su un pensiero impuro non mi rendeva un pezzo di mer*a”.