Australia, squillo in motel si può: l’uso del letto equivale al telefono

SYDNEY – Chi ha detto che usare il letto per lavoro sia diverso dall’uso del telefono? E’ con questa argomentazione che le prostitute australiane si sono guadagnare il diritto ad esercitare la professione in Motel. L’8 agosto 2012 le lavoratrici del sesso dell’emisfero sud celebrano una vittoria legale decisiva contro i proprietari di motel nelle remote cittadine del boom minerario. Il tribunale civile e amministrativo del Queensland si è pronunciato oggi a favore di una prostituta che aveva intentato causa per discriminazione poiché le era stata rifiutata una camera. Il verdetto può avere vaste implicazioni per gli operatori alberghieri in tutto il continente, che potrebbero rischiare di essere incriminati per violazione delle leggi antidiscriminazione se cercano di rifiutare un alloggio alle prostitute

Nelle cittadine sorte vicino alle grandi miniere, dove gli uomini sono in stragrande maggioranza e ben remunerati, le prostitute raggiungono quote record, decise a guadagnarsi una fetta del boom. Annunciano l’arrivo sui giornali locali e intrattengono fino a 10 clienti a notte, ma secondo i proprietari di motel la loro attività scoraggia i clienti.

La causa era stata intentata da Karlaa, una prostituta che si era vista negare una camera da un motel di Moranbah e davanti ai giudici ha sostenuto che l’uso del letto per lavoro non è differente da quello del telefono o di internet. Il direttore dell’Accomodation Association of Australia, Richard Munro, ha detto:  ”Si va in motel per dormire, per stare tranquilli, e se non si può a causa delle attività di altri ospiti, al proprietario deve essere consentito di proteggere il proprio business”. E  ha aggiunto che il settore studierà la sentenza prima di decidere se presentare appello.

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Daniela Lauria