
ROMA – “Sesso gratis e 100 euro a settimana o dico a tua madre che ti prostituisci”. Questo il ricatto dell’investigatore assunto dalla madre di una delle baby squillo dei Parioli, a Roma, che invece di aiutare la ragazzina decise di sfruttare a suo favore la situazione.
Vincenzo Imperitura su Il Tempo riporta le testimonianze delle ragazze:
” «Mi ha raccontato – ha riferito ai giudici una delle due minori – che questo cliente si è presentato all’appartamento in viale Parioli, come cliente e ha cominciato a dirgli: “Guarda, io sono un investigatore privato, tua madre mi ha mandato qua”. Quindi lei ha cominciato a dirgli che c’aveva 16 anni, dove abitava. Lui l’ha spinta a dire la verità. Lui gli faceva capire che già sapeva e che quindi era inutile che nascondeva»”.
L’investigatore privato assunto dalla mamma di una delle giovani prostitute invece di salvarla da quella situazione ha deciso di ricattarla e di approfittarne:
«Non mi ricordo se lei gli ha detto ti do il doppio di quanto ti ha dato mia madre, tipo…. una cosa del genere, oppure glieli ha chiesti lui. Però mi sembra che lei glielo ha detto. E lui ha detto: “Va bene. Cento euro alla settimana, se non me li dai io dico tutto a tua madre”». E ai cento euro settimanali, per non farsi mancare proprio nulla, l’uomo (che per ammissione della stessa ragazza era a conoscenza del fatto che fosse minorenne) avrebbe poi preteso di ottenere gratis, anche un rapporto sessuale»”.
La droga
Non c’è solo lo sfruttamento della prostituzione a inguaiare il barista; tra i capi d’imputazione contestati a Ieni saltano fuori anche storie di droga: venduta, ceduta gratis o come acconto sul «tariffario» che le ragazze avrebbero dovuto garantire al «pappone» che si occupava di aggiornare il sito di incontri e che metteva a disposizione sia l’appartamento dei Parioli che la casa dei genitori che, al tempo, erano fuori città, cocaina e canne fanno da contorno a questa vicenda complicata. E se alcune tra le ragazze si pagavano i propri paradisi artificiali, una di loro, la stessa che era considerata da Ieni una «persona cara», la poteva avere gratis: «Non la pagava (la droga, ndr.) – raccontò un’altra ragazza sentita dagli inquirenti ed estranea al giro di prostituzione – perché lei piaceva a Mirko».
Il look giusto
Jeans e maglietta, o tacchi alti e trucco da «grande»: le ragazze rimaste incastrate con il miraggio del «soldi facili» si ponevano anche il problema di come presentarsi agli appuntamenti. «All’inizio, quando abbiamo iniziato a prostituirci – ha raccontato ancora una delle due ragazze – ci truccavamo e mettevamo a volte i tacchi, poi era estate quindi io per esempio mettevo le zeppe. Però poi dopo un po’ che avevamo capito la situazione un po’ com’era ci andavamo vestite normali, cioè jeans e maglietta. Noi più che altro ci mettevamo i tacchi e ci vestivamo più eleganti possibile, per sembrare più grandi – spiega la ragazzina – Quando poi tanto abbiamo visto che ad alcuni non gliene fregava niente, ad altri più o meno un po’ da come noi parlavamo sembrava che c’avevamo 15 anni, quindi alla fine ci vestivamo normali». Anche perché, nel caso ci fosse da affrontare una serata mondana «va beh, io mi mettevo, per esempio, il rossetto rosso o magari quello rosa. Però truccate sempre normali, cioè niente di che».
Vincenzo Imperitura
