ROMA – Quelli che dicono di saper tutto, e poi chissà se lo sanno davvero, raccontano di una corsa agli avvocati. Corsa in atto negli studi legali di Prati, Parioli, Salario, Trieste, i quartieri della borghesia medio-alta romana, i quartieri della gente bene e delle famiglie per bene. Prati, Flaminio, Parioli, Salario, Trieste ma anche Vigna Clara e Monteverde e Monti e Aventino. Anche lì qualcuno bussa agli avvocati, non c’è corsa ma processione sì. E chi corre e bussa a quel convento, alla porta degli avvocati? Qual è la tempesta che consiglia e spinge a ripararsi, quale pioggia flagella i viandanti della Roma delle professioni e bei buoni indirizzi? Pioggia gelida e vento tagliente: l’elenco dei clienti delle due minorenni che si prostituivano. Che incontravano i clienti nella casa procurata dallo sfruttatore di turno, oppure in macchina, ma anche e volentieri a casa o in barca, comunque a domicilio del cliente.
Un elenco si aggira per Roma. Un elenco che vien fuori, ogni ora si redige e arricchisce grazie ai messaggi su telefonini e smart phone. Un elenco fitto e nutrito. Un elenco che, per il solo fatto di esistere, prima ancora di essere pubblico, smuove ansia, angoscia, panico. E corsa dall’avvocato per mettersi al riparo, al riparo possibile che però rischia di essere piccolo-piccolo. Piccolo e scalcinato riparo quel doversi e potersi aggrappare soltanto al “non lo sapevo, non mi sembrava essere una minorenne”. Con ordine però, la fenomenologia della sindrome da elenco clienti baby squillo-baby chat ha vari e successivi stadi.
Il primo: mi beccano o non mi beccano? Maschietti e maschiacci celibi e sposati, dai 30 ai 60 anni e dintorni si stanno ponendo la domanda. Riandando col pensiero a quante volte hanno “peccato” con tastiera, video e mouse e quante volte hanno “peccato” di sms. Tante, poche…quante sono quelle che inguaiano, qual è la quantità che ti fa finire nell’elenco? Chiedere a se stesso, a un amico (già ma quale amico poi sta zitto?), direttamente all’avvocato, a un poliziotto o carabiniere o giudice che si conosce? E se poi quello capisce che non è una domanda astratta?
Oppure attendere fatalisti, se arriva la chiamata in elenco arriva e allora si farà quel che si deve. E che si farà? Si nasconde. Si nasconde alla famiglia, agli amici. Più dura nasconderlo alla moglie se moglie c’è. O ai figli grandi se ci sono. Va be’…a moglie e figli e parenti stretti se non si riesce a nascondere si racconterà quella della tentazione una tantum, del crollo di una volta, della debolezza che non si ripete, del pentimento e del riscatto. Vedrai che funziona, funziona per quelli della tv, funziona in tv, funziona sui giornali. Vedrai che funziona anche in famiglia, anche perché alla famiglia “conviene” che funzioni. Specie se si tratta di una famiglia che ha molto da perdere, non solo in serenità e fiducia e stima reciproche.
Approntata questa linea di difesa casalinga, riassumibile nell’acronimo “Puvs”, cioè porco una volta sola, se arriva la chiamata in elenco si va dall’avvocato e magari ci si va anche prima. Avvocato che si mostra molto comprensivo però, però…Però sta lì a spiegare che non si tratta di fatti privati, di buon costume, di scandalo o no. Si tratta di prostituzione minorile. Quella per cui i beccano giudizio anni di galera. Caso mai in galera davvero non ci si va, soprattutto se si è gente bene, con un buon avvocato e gente di famiglia per bene con un buon ambiente sociale e un po’ di soldi per pagarsi le spese. Caso mai in galera proprio no, ma alla galera si viene condannati, anni di galera con quel che significa per la reputazione (guaio grosso ma riparabile) la carriera e gli affari (guaio tremendo).
E come ci si difende? Solo raccontando che non si sapeva, non si immaginava, anzi…E chi lo sapeva che era minorenne, non li dimostrava i pochi anni che aveva, si truccava pesante, diceva che…Sperando, incrociando le dita che il giudice che giudicherà non voglia fermarsi sulle tracce lasciate sul web e sulle sim dove si cercava e voleva esplicitamente una “piccola e la sua amica, magari vergine”. Sperando che chi dovrà giudicare non voglia nulla sapere del perché si cercava Azzurra, si cercava Aurora…
Eppure non c’è altra difesa che quella di dichiarasi ciechi e anche un po’ ottusi. A qualcuno in un orgasmo di auto difesa potrebbe venire in mente di dire: credevo fosse la cugina del tale…Sconsigliamo, qualcuno ci ha già provato con la storia della nipote. Già perché in questo curioso e fantastico paese il reato ipotizzato per gli orchi dei Parioli, il reato dell’elenco clienti delle prostitute minorenni è lo stesso, proprio lo stesso, per il quale un premier è già stato condannato in primo grado. Il reato “Ruby”. Ma in questo curioso paese vige sia la legge che ti stanga se fai sesso con le minorenni sia quella secondo la quale più in alto sei nella scala sociale e più puoi gridare alla persecuzione invidiosa nei tuoi confronti se ti beccano mentre lo fai.
Per cui avviso a chi compare, sta per comparire o teme di comparire nell’elenco clienti baby-squillo: se sei davvero uno che conta e che può, grida che ti hanno messo in mezzo per farti fuori. Funzionerà. Ma funzionerà solo sei sei davvero grosso e potente e ricco e influente. Altrimenti non funziona e anzi funziona da boomerang fare la vittima. Insomma, come diceva il saggio, conosci te stesso, misura te stesso e calcola se sei così spietato, tosto e infame per fregare il prossimo dopo esserti portato a pagamento a letto le ragazzine. se non sbagli il calcolo mezza Italia sta con te, starà con te. Anche se sei nell’elenco. Ed è questo il più autentico e profondo squallore, il vero bordello. Altro che quello dei corpi o delle coscienze, quello delle menti e del cuore in una sola marchetta.