ROMA – Oltre mille contatti nei telefoni delle baby squillo dei Parioli a Roma, contatti che potrebbero portare nuovi nomi nella lista dei clienti. Per ora sono 50 i clienti indagati per il reato di prostituzione minorile, ma gli investigatori continuano le indagini nel filone parallelo all’inchiesta.
Valentina Errante su Il Messaggero scrive:
“Il procuratore aggiunto Maria Monteleone e il pm Cristina Macchiusi al momento hanno deciso di aprire fascicoli singoli per ciascun cliente, anche se non è escluso che successivamente alcune posizioni possano essere ricongiunte. La procura procede con massima attenzione. La linea è di non prendere in considerazione i contatti telefonici sporadici o casuali con le ragazze.
Nessuna iscrizione finora è stata eseguita sulla base dei tabulati. Per i presunti clienti finiti sotto accusa, gli elementi, individuati dai carabinieri del Nucleo investigativo di Roma, sono molto più consistenti: telefonate esplicite con prenotazioni di appuntamenti, messaggini o il riconoscimento fotografico da parte di Agnes e Angela, le studentesse di 14 e 15 anni. Ed è sulla base di indizi di questo tipo che sono finiti sul registro degli indagati i nomi di Mauro Floriani, marito della senatrice Alessandra Mussolini, e Nicola Bruno, il trentacinquenne figlio di un altro senatore del centrodestra Donato Bruno. Entrambi accusati di prostituzione minorile”.
Dopo che il nome di Nicola Bruno è finito nel registro degli indagati, il senatore e padre di Bruno è intervenuto e ha smentito le accuse:
“«Ho parlato con mio figlio – ha sostenuto Donato Bruno ad Affaritaliani.it – mi ha detto che non ha avuto alcun rapporto con le persone coinvolte in questo caso. Io gli credo e ho fiducia in lui. Mi auguro – ha concluso il parlamentare – che mio figlio venga al più presto sentito dai pm. Spero il prima possibile. Sia io che Nicola siamo molto tranquilli. Al mio paese si dice “male non fare e paura non avere”. Abbiamo entrambi fiducia nella giustizia italiana»”.