Bari, galletto via da logo perché… “In Russia simbolo dei detenuti sodomizzati”

Bari, galletto via da logo perché… “In Russia simbolo dei detenuti sodomizzati”

BARI – Il galletto è scomparso. E a Bari più di qualcuno non l’ha presa bene. Perché nel calcio, soprattutto tra i tifosi più accesi, la tradizione è tutto. Il 2 luglio, invece, a Bari è successo qualcosa che continua a far discutere: la nuova dirigenza ha presentato un simbolo nuovo di zecca (clicca qui per le foto) e il tradizionale galletto del Bari è scomparso, o quasi. Ne resta solo la cresta: il resto è tutto stilizzato.

Ad alimentare le polemiche, il giorno dopo, ci si mette un pezzo firmato da Pierluigi Spagnolo sulla Gazzetta dello Sport. Pezzo con una teoria discutibile ma certamente sostenuta da un’informazione documentata. Il discorso dei due è semplice: Paparesta, l’ex arbitro che ha da poco rilevato il Bari all’asta è alla ricerca di partner commerciali, soprattutto in russia. E qui casca il galletto.

Scrive Spagnolo:

In Russia “galletto” è un triste epiteto appioppato ai detenuti, a quelli che in galera finiscono per occupare il gradino più basso nella gerarchia carceraria, a ricoprire i ruoli più umili, spesso a diventare oggetto delle turpi attenzioni sessuali dei reclusi più potenti e violenti. Da lì, il termine si è modificato nel corso degli anni, fino a diventare anche un brutto insulto omofobo. L’idea del galletto, in Russia, rimanda all’immagine del malavitoso e dell’omosessuale.

Evidente, secondo Spagnolo che nella stesura del pezzo si è avvalso della collaborazione di Giorgio Kudinov, che il galletto diventava un deterrente, o comunque un logo poco spendibile in Russia. Da qui la decisione di lasciare solo la cresta. Non tutti hanno apprezzato, ma è il mercato.

 

Published by
Emiliano Condò