ROMA – Bobo Vieri, nella sua autobiografia “Chiamatemi bomber”, racconta come in certi periodi della sua vita gli capitava di appartarsi nelle discoteche con più donne nella stessa sera: “Ci chiudevamo lì dentro e facevo quello che deve fare un bomber. Capitava di fermarmi, di guardarla negli occhi e dirle: “Oh, non ci siamo presentati, ciao, io sono Bobo”.
Nella foga si dimenticava spesso di chiudere la porta, passavano il proprietario della discoteca e i suoi ragazzi che continuavano a lavorare come niente fosse: “Mi dicevano: “Ciao Bomber, come va?”. E io, come se non fossi lì con i pantaloni abbassati: “Tutto bene, a dopo”.
Vieri non ha mai avuto paura che qualcuna lo incastrasse facendosi mettere incinta: “Non sono mica scemo, ho sempre usato precauzioni. Quando con Sweet Years, la mia azienda, ho promosso i preservativi per beneficenza, me ne sono tenute 600 confezioni, e per un po’ sono stato a posto”.