Branciamore ricattato dalla pornostar Lea Di Leo: “Soldi per nascondere rapporti”

Lea Di Leo

ROMA – Matteo Branciamore, protagonista del telefilm “I Cesaroni“, è stato l’unico, tra le parti offese, a chiedere, tramite i propri legali, di costituirsi parte civile nel processo per tentata estorsione, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Marsala Roberto Riggio, a carico di Giuseppe Aleci di Marsala, presidente e direttore commerciale della Imart Edizioni, e Gaspare Richichi di Bagheria, direttore editoriale della stessa casa editrice.

Aleci e Richichi sono accusati di aver tentato di estorcere denaro ad alcuni personaggi famosi del mondo dello sport e dello spettacolo che sarebbero stati clienti o conoscenti della pornostar Lea Di Leo (vero nome Sonia Faccio).

A costoro sarebbero state chieste somme di denaro (da 10 a 40 mila euro) per depennare i loro nomi e gli imbarazzanti particolari dei rapporti sessuali dal libro autobiografico scritto da Di Leo che la Imart avrebbe dovuto stampare.

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FIlippo Limoncelli