LONATO (BRESCIA) – Erika De Nardo è libera. La ragazza, che nel 2001 uccise madre e fratello con Omar Favaro, è uscita dalla Fondazione Exodus di Lonato (Brescia). L’episodio è passato alle cronache come il “massacro di Novi Ligure”.
Erika è stata condannata a 16 anni per duplice omicidio volontario aggravato: ha scontato la pena prima nel carcere minorile Beccaria di Milano e poi in quello di Verziano (Brescia). Da qualche mese viveva in una comunita’ di accoglienza della Fondazione Exodus nel Bresciano dove ha scontato i mesi di ”fine pena” seguita dall’Ufficio Esecuzione Penale Esterna (Uepe) al quale e’ stata affidata.
Ventisette anni compiuti a fine aprile, nel periodo di detenzione Erika si e’ prima diplomata e poi laureata in filosofia con 110 e lode. In questi anni il padre Francesco le e’ stato sempre vicino, non saltando mai una visita. Il suo futuro sembra essere nel volontariato, stando alle anticipazioni fatte da don Antonio Mazzi, fondatore della Comunita’ che la sta ospitando.
”Erika – ha detto – rimarra’ presso la nostra comunita’. Non so se nella sede in cui si trova ora o altrove. Continuera’ a lavorare nel volontariato. Come mi ha detto lei stessa vuole continuare a capirsi, a maturare. Penso che dopo un periodo in cui immagino che voglia stare con il padre, parlare con lui, passeranno insieme il Natale, Erika tornera’ nella nostra comunita”’.
Omar e’ libero dal 3 marzo 2010 e, dopo essersi trasferito con i genitori da Asti ad Acqui Terme, ora vive in Toscana con una compagna. Nelle ultime settimane, lui e Erika si sono ”parlati”, anzi attaccati reciprocamente attraverso le interviste sui giornali.
Susi Cassini, 42 anni, e il figlio Gianluca, di 11, vengono uccisi con 96 coltellate nella loro villetta di Novi Ligure. La donna e’ sul pavimento della cucina; il figlio nella vasca da bagno al piano superiore. A dare l’allarme Erika che racconta di essere riuscita a sfuggire a degli sconosciuti armati di coltello, entrati all’improvviso in casa, ma mentre si trova con Omar nella caserma dei carabinieri, viene filmata mentre mima le coltellate e cerca di rassicurare il complice.
I ragazzi vengono fermati e portati nel carcere minorile, poche ore prima del funerale delle due vittime. In primo grado, nel dicembre 2001, il tribunale dei minori di Torino condanna Erika a 16 anni e Omar a 14 anni, sentenza confermata in Cassazione. Per effetto dell’indulto e dello sconto di pena per buona condotta, per entrambi il periodo di detenzione si riduce, fino al loro definitivo ritorno in liberta’: per Omar da marzo dello scorso anno, per Erika da domani.
(Foto LaPresse)