MILANO – Un imprenditore veneziano di ottant’anni, ricchissimo, è stato trovato morto in una camera d’albergo di lusso a Milano, steso su un letto enorme, completamente nudo, insieme a tre bellissime escort dopo un festino a base di alcol, sesso, cocaina e Viagra. Forse un’ultima “botta di vita”, forse una serata cercata come sfogo per una malattia scoperta. O forse semplicemente l’imprenditore in questione, E.C., era solo un “nonnetto arzillo”, simbolo del “nuovo” che avanza e che crede, a ottant’anni suonati, nell’immortalità.
La storia è quasi da film: lui, ricco e ormai sul finire della vita, che si paga la super-suite in uno degli alberghi più in di Milano, paga tre escort, compra cocaina e Viagra e inizia il festino. Si dà alle danze e ai festeggiamenti sfrenati, tra sesso, alcol e droga finché il suo cuore non cede per le troppe sollecitazioni, e scoppia. Lui entra in coma, una delle escort chiama la reception per chiedere aiuto. Viene mandata un’ambulanza che porta l’imprenditore in ospedale ma non riesce a salvargli la vita: morirà di lì a poco. L’hotel intanto chiama anche la polizia che si precipita sul posto, interroga le persone che trova, chiama il medico legale per fare l’autopsia e inizia a perquisire la stanza: in pratica gli agenti devono fare lo slalom tra guêpière, slip, pilloline e polvere bianca.
“In quella camera è stata un’overdose generale, e non di droga, a uccidere con molta probabilità l’uomo” dirà poi il medico legale Alessandra Graziottin, a capo del Centro di ginecologia e sessuologia dell’ospedale San Raffaele Resnati. E del resto, aggiunge lo psichiatra e sessuologo Willy Pasini, “la cocaina alza il battito, lo conduce a ritmi che il cuore non può sopportare, lo esaspera”.
Intanto l’hotel di lusso tenta di salvare il salvabile. Tutti sanno che lì le escort sono come di casa e che chiedono sornione alla reception dove sia la toilette, intendendo invece la camera dell’albergo. Ma sottobanco l’albergo su questa storia fa filtrare la notizia: “Con l’imprenditore c’era solo una ragazza e non era una prostituta”. Ma qualificate fonti investigative hanno confermato il numero di tre.