ILLASI (VERONA) – Una folla silenziosa ha accolto il feretro di don Luigi Verzè, il sacerdote manager del San Raffaele scomparso sabato scorso, quando è arrivato lunedì 2 gennaio nella chiesa parrocchiale di San Giorgio, a Illasi (Verona) il paese che gli diede i natali 91 anni fa. A celebrare l’esequie il vescovo di Verona, monsignor Giuseppe Zenti, che ha benedetto la bara. A Milano i fedelissimi del don, hanno potuto rendergli omaggio presso la camera ardente, allestita presso il ciborio dell’ospedale. Già prima dell’apertura, alle 9, è arrivato l’ex sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, che si è poi recato anche a Illasi per seguire i funerali.
Al ciborio erano presenti, tra gli altri, il cantante Al Bano, l’attore Renato Pozzetto, il consigliere della Fondazione San Raffaele, Vittorio Malacalza, l’ex ministro della salute Ferruccio Fazio e, unico rappresentante delle istituzioni, il presidente della Provincia Guido Podesta’. Presenti anche tutti i medici e i docenti della Fondazione. All’uscita dalla camera ardente il feretro è stato salutato dagli applausi di quanti sono venuti a rendergli l’ultimo omaggio. “Credo che adesso – ha detto Fazio – l’attenzione debba essere tutta per gli ammalati, per gli operatori di questa struttura che, in un anno veramente difficile, hanno mantenuto una professionalita’ straordinaria, una dedizione straordinaria per i pazienti”.
Ha difeso senza se e senza ma Don Verzè, il cantante Al Bano, che ha cantato l’Ave Maria. “Ho letto delle cose veramente vergognose su di lui – ha detto – Non se le meritava. I soldi per lui erano l’ultimo dei pensieri”. Unico accenno alla vicenda giudiziaria in corso e che vedeva il sacerdote tra gli indagati, e’ venuto da parte del costruttore Pierino Zammarchi cha ha parlato di “percentuali” che ogni imprenditore deve pagare per lavorare. Sarebbe successo al San Raffaele ma anche per altri appalti, compresi quelli per il Gruppo San Donato di Giuseppe Rotelli. Immediata la replica di Rotelli che ha negato ogni accusa e annunciato querela.
Le immagini del funerale (foto LaPresse):