ROMA – “Onorina Pedrotti era un’eccezione. Era una di quelle belle genovesi, le donne più belle d’Italia, quando lo sono davvero. Per la tomba di Papa Giulio, Michelangelo prese i suoi modelli a Genova. Dalle donne genovesi viene la larghezza e la curiosa posizione del seno nelle figure del giorno e della notte, che tanti critici hanno trovato esagerato e che invece è peculiare delle donne liguri”.
Questo è un famoso passaggio dell’Onorina di Honoré de Balzac. Onorina, pubblicata nel 1843, fa parte della serie di novelle incluse ne ‘La commedia umana’, opera composta da 137 libri in cui Balzac descrive la Francia nel periodo della restaurazione. Un compendio e un quadro della società francese così vasto e complesso da poter, come affermato dallo stesso autore “fare concorrenza allo stato civile”.
Ma scorrendo tra le righe dell’opera qualcosa non torna. Infatti salta agli occhi l’errore di Balzac nel citare Michelangelo e la ‘Sagrestia Nuova’, uno dei capolavori del geniale scultore italiano realizzato tra il 1520 e il 1531 per commemorare Giuliano duca di Nemours e Lorenzo duca d’Urbino rispettivamente figlio e nipote di Lorenzo il Magnifico. Nell’Onorina Balzac paragona le donne genovesi per aspetto e forma alle figure del Giorno e della Notte, le due statue che sovrastano la tomba di Giuliano Dé Medici.
Ma in realtà solo la Notte è rappresentata con una figura femminile mentre il Giorno, come si può facilmente notare dalle foto in basso, è modellato e raffigurato con aspetto maschile. Il titano, scolpito in una posa possente e virile viene descritto dai critici della storia dell’arte come un’allegoria del fuoco e della collera, in contrapposizione alla ‘Notte’, simbolo invece dell’aria e dell’acqua. Un errore che comunque non intacca il prestigio e l’importanza di Honoré de Balzac nella storia della letteratura del XIX secolo.



