KARKHODA (INDIA) – Ha festeggiato l’arrivo del suo primogenito con l’entusiasmo tipico dei genitori novelli. Peccato che il neopapà abbia l’età anagrafica di un bisnonno, con i suoi 94 anni “suonati”. Ramajit Raghav è un arzillo vecchietto indiano, che lavora ancora di buona lena come bracciante nei campi di Kharkhoda, a 40 chilometri da New Delhi. Un mese fa ha annunciato a tutti la nascita del piccolo Karamjit, frutto dell’amore con la sua mogliettina cinquantacinquenne Shakuntala. Se la paternità fosse confermata, l’uomo strapperà il primato di padre più anziano d’India a un altro contadino, Nanu Ram Jogi, che tre anni fa a 90 anni ha avuto il suo ventiduesimo figlio.
Raghav, che non aveva avuto bambini dalla prima moglie defunta, vive da 15 anni con la sua nuova fiamma. La “giovane” consorte ha scoperto nei primi mesi del 2010 di essere incinta. “Mio figlio è nato in ospedale un mese fa con un parto normale – ha affermato la donna -. Accanto all’allattamento al seno, gli sto dando anche latte vaccino”. La coppia vive di una pensione e di paghe giornaliere provenienti dal lavoro di bracciante, possiede due mucche e ha definito la nascita del bimbo “un desiderio di Dio”.
I medici dell’ospedale non escludono che il contadino possa essere davvero il padre del neonato, ma invitano “ad attendere il risultato degli esami clinici in corso”. Dal canto suo il vecchietto ha assicurato che la sua vita sessuale va a gonfie vele: “Sto bene e mi piace fare l’amore con mia moglie. Credo che sia molto importante per una coppia sposata fare sesso regolarmente. Noi lo facevamo tre volte al giorno, anche se da quando è nato Karamjit abbiamo messo da parte i nostri bisogni”.
Randhir Singh, vicino di casa dei neogenitori, ha raccontato di quando molti anni fa l’anziano bracciante diede ospitalità a quella che oggi è sua moglie, vedendola girovagare senza meta nei campi, come una nomade. “Oggi – ha assicurato – sono una bella coppia”.
Il papà-nonno non intende fermarsi qui. L’uomo ha specificato che vuole provare la gioia della paternità una seconda volta. “Nel giro di sei mesi, riproveremo ad avere un bambino – ha concluso -. Da quando è nato mio figlio odio il lavoro, vorrei stare sempre con Karamjit. Ma devo lavorare, devo farlo per lui”.
*Scuola di giornalismo Luiss
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