
IRAN, TEHERAN – L’Iran ha ufficialmente sospeso i pellegrinaggi alla Mecca finchè gli agenti di polizia aeroportuale sauditi che hanno molestato sessualmente due ragazzini che facevano ritorno dal luogo santo musulmano saranno condannati e puniti.
Lo ha annunciato il ministro della cultura iraniano Ali Jannati. “La dignità pubblica dell’Iran – ha detto citato dall’Isna – è stata danneggiata da quanto accaduto”. Le autorità saudite hanno promesso che i due responsabili saranno impiccati, ma nulla è ancora accaduto.
A disporre la sospensione dei pellegrinaggi fino alla punizione dei colpevoli è stato lo stesso presidente Hassan Rohani, riferisce la tv di stato in lingua inglese, Press tv.
Gli agenti avrebbero abusato dei due minori due settimane fa all’aeroporto di Gedda, e il ministero degli esteri di Teheran ha convocato mercoledi scorso l’incaricato d’affari dell’Arabia saudita chiedendo che Riad acceleri le procedure giudiziarie.
Il caso degli abusi – sul quale non sono stati diffusi particolari – è montato in questi ultimi giorni parallelamente alla crescente tensione tra l’Iran e l’Arabia Saudita per l’intervento armato di quest’ultima contro i ribelli sciiti nello Yemen.
In Parlamento era stato chiesto il boicottaggio del pellegrinaggio minore (Umra) alla Medina e alla Mecca, non obbligatorio per i credenti, mentre varie manifestazione non autorizzate si sono svolte contro Riad, in particolare nella città santa di Mashad e davanti alla sede diplomatica saudita a Teheran.
Sono circa 500 mila, riferisce l’Ap, gli iraniani che ogni anno si recano in Arabia Saudita per l’Urma, in qualunque periodo dell’anno, e 100 mila quelli che invece si recano alla Mecca per adempiere almeno una volta nella vita, in un periodo preciso, a quello che figura tra i cinque pilastri dell’islam.
