di Geronimo
Daniela Santache’, sparita dalle pubbliche cronache dopo la sua sfortunata prova come candidato premier della Destra di Storace, si fa risentire. E questa volta con una proposta che, come lei stessa ammette, ”dividera’ il Paese”. Si tratta nientedinemo che di una richiesta referendaria, gia’ depositata in Cassazione assieme ad un comitato di sole donne, per l’abolizione della legge Merlin e la conseguente riaperture in Italia dei bordelli. "A cinquant’anni dalla sua nascita la legge Merlin non può essere considerata un tabù – dice la Santache’- e’ necessario cambiarla profondamente garantendo strade sicure ai cittadini e libertà dalla schiavitù alle prostitute". Apriti cielo. Anatemi sono piombati da parte dei politici cattolici, del Partito Democratico e, naturalmente, del Vaticano. Ma l’esponente della Destra non si e’ scomposta: ”me lo aspettavo”, ha detto. Dunque si parte con la raccolta firme, sulle spiagge, per le strade e ai concerti, ”per liberare le schiave del sesso dai capi maschi che rubano loro i guadagni fatti vendendo il proprio corpo". Per il futuro la Santanché immagina "cooperative di donne" che gestiscano, sotto controllo medico e fiscale, i casini. E sulla sua battaglia la Santache’ spera di trovare il ministro Roberto Maroni, "che ha enunciato un piano sicurezza importante", e "soprattutto le donne, di ogni schieramento politico", a partire dalle ministre del governo Berlusconi. Ognuno puo’ pensarla come vuole in proposito, anche se tra quel pensa dentro di se’ e quel che esprime pubblicamente puo’ esserci una differenza. Il tema e’ delicato e la paura di ”esporsi” dalla parte sbagliata e’, come sempre, da noi molto diffuso. Non e’ da escludere che molti eviterebbero come la peste di farsi vedere nei pressi di uno dei banchi per la raccolta di firme per paura di essere avvistati dalla moglie, dalla fidanzata, dalla suocera o dalla portiera. Le possibilita’ che il referendum raggiunga il numero di adesioni necessario appaiono quindi estremamente labili. Nondimeno, l’iniziativa della Santache’, a 50 anni dalla nascita della legge Merlin, fa riflettere. Dalla chiusura dei bordelli la prostituzione stradale e’ aumentata in maniera esponenziale. Per le strade, nei giardini e nei parchi d’Italia ce n’e’ per tutti i gusti: donne vere, donne finte, donne che prima erano uomini, uomini che vorrebbero essere donne, omosessuali, lesbiche e chi piu’ ne ha piu’ ne metta. Lo spettacolo nei punti ”caldi”, che tutti conoscono, di lunghe file di macchine in attesa di trovare il soggetto giusto e’ vergognoso. Il tutto sorvegliato e controllato con famigerata inflessibilita’ dagli sfruttatori, che a fine serata rastrellano il gruzzolo guadagnato dalle loro ”protette”. L’idea di ”cooperative di donne" che gestiscano, sotto controllo medico e fiscale, i casini e le loro inquiline non mi sembra interamente sballata. In primo luogo si porrebbe argine al dilagare delle malattie veneree, e non meno importante si sottrarrebbero le prostitute al controllo dei loro sfruttatori. Quando la legge Merlin entro’ in vigore io feci appena in tempo a ”provare” di disfarmi della mia verginita’ in un noto bordello romano. Debbo confessare che non fu un’esperienza memorabile: la donna che scelsi, ricordo ancora che si chiamava Marina, andava di fretta, molto di fretta, e dopo avermi per bene sciaccuato con acqua e sapone nel bidet della sua stanza, modesta ma pulita, si sdraio’ sul letto e mi applico’ il preservativo visto che io non riuscivo a farlo da solo. Poi comincio’ a mangiare una mela dicendo ”a regazzi’, daje, che io nun cio’ tempo da perde”. Naturalmente l’atto non fu consumato e me ne andai con la coda tra le gambe pensando di essere irrimebiabilmente impotente. Fui convinto del contrario non molto dopo da una ragazza inesperta quanto me, ma questa e’ un’altra storia. Non so se le case che immagina la Santache’ potrebbero in qualche modo somigliare a quella che frequentava l’allora giovane Catherine Deneuve nel film ”Bella di Giorno”. Ma ricordo l’effetto che mi fece il casino dove ebbi a che vedere con la frettolosa Marina: non mi parve tetro come un lager o sporco come un lupanare. C’erano delle donne vestite discintamente e uomini seduti e in piedi che le osservavano mentre la vecchia badessa alla cassa sollecitava gli indecisi ripetendo il suo mantra: ”in camera signori, avanti, in camera”. Da allora non ho mai messo piu’ piede in quelle che venivano chiamate ”le case chiuse”, anche perche’ di li’ a poco chiusero sul serio e in permanenza, e neanche sono andato con le prostitute che sono sciamate per le strade in breve tempo. Ricordo pero’ che quelle poverette nel casino stavano al caldo, tenevano non so quale percentuale dei loro guadagni invece di consegnarli al ”pappone”, ed erano regolarmente sottoposte a visite mediche a protezione loro e dei loro clienti. Oggi passare nei ”punti caldi”, specialmente d’inverno, quando la fauna umana in vendita si raccoglie attorno a falo’ improvvisati con gambe, sederi e tette di fuori e’ sconfortante. Come si sa, la prostituzione e’ il mestiere piu’ antico del mondo e qualsiasi tentativo di eliminarlo e’ fallito. Si potrebbe, come dice la Santache’, cercare di renderlo meno squallido e meno pericoloso. Ci si potrebbe riuscire o si potrebbe fallire. Ma quel che mi sento di dire e’ che qualcosa, qualsiasi cosa, andrebbe provata.