LONDRA – Dopo aver assistito impotenti a negozi sventrati e macchine bruciate da centinaia di teppisti che devastano i quartieri delle periferie, a Londra centinaia di persone si sono organizzate volontariamente per ripulire la città.
Tra di loro, almeno simbolicamente, ha partecipato anche il sindaco Boris Johnson che ha definito questi gruppi di persone “lo spirito di Londra”. Mentre la Association of British Insurers si limita a valutare l’ammontare dei danni in “milioni di sterline”, loro, armati di scope e borse di plastica si organizzano su Facebook, Twitter, dove hanno raggiunto quasi 75mila followers, e sul sito RiotCleanUp provano a rimettere ordine nei quartieri.
Davanti alle macerie, i cittadini diventano spazzini con guanti di gomma, sacchetti per l’immondizia e scope portate da casa. Chi può prende il materiale anche per chi arriva sul posto a mani vuote e desidera comunque contribuire. Prima si danno appuntamento su Twitter, poi si riuniscono ordinati e aspettano il via libera delle forze dell’ordine.
Oltre trecento volontari, ad esempio, hanno aspettato pazientemente che la polizia oggi aprisse i cordoni a Clapham, nel sud di Londra. I negozianti che non hanno subito attacchi e proseguono regolarmente nelle loro attività offrono cibo e bevande e alcuni residenti di Camden hanno offerto tè agli agenti di Scotland Yard, reduci da turni di 30 ore.
Anche ad Hackney, teatro di duri scontri ieri sera, grazie al tam tam della rete gli spazzini si sono messi all’opera e anche qui, dopo il via libera dei bobbies, è cominciato il lavoro. Lo scenario dei cittadini all’opera si è diffuso a effetto domino anche a Ealing, a Portobello Road e poi anche in altre città, da Birmingham, a Liverpool fino a Bristol. Sono giovani e anziani, donne inglesi e negozianti turchi quelli che scendono in strada guidati dal desiderio di tutelare lo spazio pubblico in cui vivono.
Nelle immagini qui di seguito, il sindaco Boris Johnson pulisce Londra insieme ad un gruppo di volontari (foto AP/LaPresse):