GENOVA – Storia boccaccesca di corna, rifiuti, vendetta e licenziamento senza articolo 18 con sputtanamento finale in un’aula di tribunale. Lui, E. M., dipendente da 20 anni della Amiu, è accusato di trascurare la raccolta serale dell’immondizia perché ben altrimenti impegnato: si incontra con la sua amante. Viene licenziato per scarsa efficienza ma lui si oppone e finisce davanti al giudice del lavoro invocando l’ingiusta causa.
Nel frattempo, deve’essersi stancato di quei baci e si trova un’altra amante. La titolare dei rendez vouz clandestini in orario di lavoro non la prende affatto bene. Così, quando in aula si discute delle prove della sua condotta lavorativa, a sorpresa si presenta in tribunale. Munita di smartphone, smaschera il traditore.
Le prove audio delle scappatelle a questo punto sono inequivocabili. Anche tre ore di assenza sulle sei previste. Sospiri e amplessi sono tutti lì, registrati: anche quando ci danno dentro chiusi nell’alcova improvvisata del furgone d’ordinanza.
A questo punto il giudice non può che dar ragione ad Amiu: licenziamento in tronco e nessuna possibilità di aprire un’inchiesta penale. Il prezzo della doppia infedeltà.