MOSCA – Hanno mangiato il loro amico, poi al giudice hanno confessato: “Non avevamo neanche fame”. E’ la storia, macabra, di Andrei Kurochkin, pescatore russo mangiato da altri due pescatori suoi amici, Alexei Gorulenko e Alexander Abdullaev.
I tre (me nel gruppo c’era anche un altro uomo scomparso nel nulla) si erano persi durante una battuta di pesca in Siberia. E per oltre due mesi i tre amici pescatori sono rimasti isolati nella stessa siberiana, dopo essersi incagliati con la loro Jeep in un fiume ghiacciato.
Poi Alexei e Alexander hanno deciso di uccidere Andrei, di farlo a pezzi, di cucinarlo e di mangiarlo. Ma questo si è saputo solo dopo. Tornati a casa infatti Alexei e Alexander raccontarono che il loro amico era morto congelato nelle steppe siberiane. Poi Alexander, tormentato dai sensi di colpa, ha confessato tutto: “Lo abbiamo mangiato, ma non lo abbiamo mangiato perché avevamo fame, ma per altri motivi”. Quali? Alexander ancora non ha confessato qual è stato il vero motivo che li ha portati a mangiare il loro compagno di pesca. Di lui, di Andrei, è rimasto solo un piede e una parte del cranio.
La moglie di Andrei, Olga Korochkin, è ancora sconvolta: “Questo è tutto quello che è rimasto dell’uomo che amavo. Sto diventando pazza. Hanno rovinato la mia vita e di tutta la mia famiglia. Questi cannibali devono essere puniti ma la nostra legge non dice nulla contro il cannibalismo”. Il tribunale ha infatti condannato i due pescatori soltanto a tre anni e mezzo di carcere con la condizionale.