
LOS ANGELES – Michael Jackson pedofilo. Nuove testimonianze di un certo peso, raccolte in un documentario, sono al centro di aspre polemiche che vedono opposti i sostenitori della popstar americana e i suoi accusatori. Il racconto è bruciante, brutale, nella ricostruzione di Kevin Fallon per il Daily Beast.
Uno dei principali testimoni d’accusa, il famoso coreografo Wade Robson ha imparato a ballare guardando i video di Michael Jackson. La sua intera carriera è dovuta alla guida di Jackson. Il re del pop era la più grande forza creativa e ispirazione della sua vita. E, come dice Robson nel nuovo documentario ‘Leaving Neverland’, “ha anche abusato sessualmente di me. Per sette anni”.
Robson, che ha catturato l’attenzione del pubblico all’età di 5 anni quando Jackson durante il Bad Tour lo ha invitato a ballare sul palco e in seguito è diventato un coreografo per Britney Spears e NSYNC, aveva precedentemente rivelato l’abuso di Jackson, iniziato quando aveva 7 anni. Nel 2013 si è fatto avanti con le accuse, quattro anni dopo che Jackson era morto e quasi a dieci anni di distanza dalla deposizione giurata quando la popstar era ancora viva, in cui affermava di non aver subito molestie. La testimonianza di Robson aveva contribuito a scagionare Jackson.
Ma in Leaving Neverland, Robson fornisce un resoconto dettagliato, racconta di essere stato sessualmente abusato dal cantante. Descrive il danno psicologico inflittogli da Jackson che lo ha costretto a mantenere il segreto, rivela gli effetti dell’abuso in età adulta e spiega perché soltanto ora sta parlando. Il racconto di Robson rispecchia in modo inquietante quello di James Safechuck, l’ex attore bambino che recitò in una delle pubblicità Pepsi di Jackson e che sostiene che dopo aver stretto amicizia con il cantante subì la stessa serie di abusi sessuali.
Prodotto da Channel Four e Hbo, il documentario dura quattro ore ed è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival di Park City, nello Utah, preceduto dall’avvertenza di descrizioni di atti sessuali su minori.
Robson e Safechuck raccontano episodi di masturbazione, baci, sesso orale – almeno una volta mentre Safechuck stava dormendo – rapporti completi quotidiani. Confessano come Jackson abbia fatto loro il lavaggio del cervello per mantenere il segreto e abbia accuratamente studiato dei piani per impedire che venissero scoperti.
La proiezione del documentario al Sundance è iniziata con circa 30 minuti di ritardo per le massicce misure di sicurezza dovute alle proteste dei fan più sfegatati di Jackson contro Robson e Safechuck, i cui racconti nel corso degli anni sono stati incoerenti, avrebbero scelto il documentario per “offuscare” l’eredità del Peter Pan della pop music.
Dopo i titoli di coda, sia Robson che Safechuck sono saliti in lacrime sul palco accolti da una standing ovation del pubblico. “Voglio dire la verità in modo forte quanto ho dovuto mentire per così tanto tempo”, ha commentato Robson.
Nel 1986, James Safechuck ha avuto la grande occasione quando è stato scelto per una pubblicità Pepsi con Michael Jackson. Al termine delle riprese, Jackson lo invitò ad andare nella sua roulotte, e la madre, Stephanie, dette il permesso dopo l’assicurazione del parrucchiere che definì il cantante “come un bambino di 9 anni”.
In seguito, Jackson ha invitato tutta la famiglia Safechuck a cena nella sua casa, entusiasmandoli con la proiezione di un film e regalato al ragazzino la sua giacca “Thriller” e un rotolo di banconote mentre stava andando via. Jackson strinse amicizia con i genitori di Safechuck, Stephanie disse che lo considerava un figlio: rimase a dormire a casa loro e lei avrebbe anche lavato i suoi vestiti.
In estate, dopo la fine della scuola, Jackson ha invitato i Safechuck a partecipare al tour. Safechuck, che all’epoca aveva 10 anni, definiva entrambi “come due amici che vanno all’avventura”. Dopo settimane di suppliche, Stephanie nel documentario dice che aveva permesso al figlio di dormire nel letto con Jackson: nonostante la notevole differenza d’età sembrava normale visto che i due interagivano come amici d’infanzia. Fu allora, in una stanza d’albergo di Parigi, che ebbe inizio il presunto abuso.
Safechuck sostiene che Jackson l’ha introdotto alla masturbazione quella prima notte, e lo faceva così spesso che il pene del ragazzino si gonfiava, per fare pipì il cantante lo immergeva nell’acqua tiepida.
“A Michael piaceva che mi piegassi e divaricassi le natiche. Poi si masturbava”, racconta Safechuck e aggiunge che a Jackson piaceva farsi sfregare i capezzoli. Nel corso del tempo, si creò una routine che iniziò con il bacio alla francese, la masturbazione e infine arrivarono al sesso orale. Safechuck dice che Jackson ha praticato sesso orale la prima volta mentre il ragazzino dormiva. Avrebbe specificato che era la sua prima esperienza sessuale, il che aveva fatto sentire Safechuck speciale.
Quando Jackson comprò e ristrutturò Neverland, disse a Safechuck che la proprietà era per lui. Safechuck elenca tutti i luoghi in cui avrebbero avuto rapporti sessuali: nell’armadio della camera da letto, in una mansarda, in un teepee all’esterno, in un cinema. “Sembra da malati, ma è come quando incontri qualcuno per la prima volta”, ricorda Safechuck. “Ne fai parecchio”.
Wade Robson ha trascorso la sua infanzia a Brisbane, in Australia, idolatrando Michael Jackson. Ha avuto modo di incontrarlo a 5 anni dopo aver vinto una gara di ballo ed è apparso sul palco insieme a lui. Due anni dopo, durante un viaggio con la famiglia a Los Angeles, Jackson ha invitato la i Robson a Neverland per il fine settimana. Chiese a Robson, che aveva 7 anni, e a sua sorella Chantal, 10 anni, di passare la notte nella sua stanza. I genitori furono d’accordo.
Quando i Robson partirono per cinque giorni per visitare il Grand Canyon, accettarono di far rimanere Wade con Jackson. Quella prima notte insieme, da soli, Robson sostiene che Jackson cominciò ad accarezzarlo sul pigiama e poi nelle parti basse. Non c’era “nulla di aggressivo”, dice Robson. “Non avevo paura.”
Jackson, secondo il racconto di Wade, ha spinto il ragazzo a fare lo stesso con il suo pene in erezione. “Io e te siamo stati uniti da Dio. È così che dimostriamo il nostro amore”. Durante tutta la settimana, Robson sostiene che si erano fatti la doccia insieme, si erano scambiati un bacio alla francese e lui avrebbe stretto i capezzoli di Jackson.
Il cantante avrebbe praticato sesso orale e poi convinto Wade a ricambiare. “Nella bocca di un bambino di 7 anni…”, commenta Robson scuotendo la testa. Sostiene che Jackson lo avrebbe fatto mettere carponi sul letto, a mostrare l’ano mentre lui si masturbava, a volte infilando la lingua.
Robson afferma che se avesse raccontato dei rapporti sessuali nessuno gli avrebbe creduto e inoltre Jackson gli diceva che se la notizia fosse diventata pubblica sarebbero finiti entrambi in galera. “Mi piaceva la sensazione che lo stavo rendendo felice, che lo stavo compiacendo”, dice Robson.
Una volta, sostiene Safechuck, Michael inscenò con lui addirittura un matrimonio con scambio di voti e anello di diamanti che ancora possiede. Il cantante, afferma, lo ricompensava con dei gioielli per i rapporti sessuali.
Diventato adolescente, dice che il sesso è diventato più sconcio quando Jackson ha introdotto l’alcol: racconta che una volta la popstar ha messo un dito nel suo ano, nonostante gli avesse chiesto di non farlo.
Robson afferma che quando aveva 14 anni, il cantante lo riportò nel suo hotel e durante l’incontro, avrebbe voluto rapporti completi. Per il ragazzo era molto doloroso e la penetrazione non durò a lungo.
Sempre secondo il racconto di Robson, il giorno successivo Jackson gli disse di trovare e buttare via la biancheria intima macchiata di sangue. Quella fu la loro ultima esperienza sessuale insieme.
Sia Safechuck che Robson ammettono che diventati più grandi e Jackson era amico di nuovi ragazzini, erano gelosi. Macaulay Culkin e Brett Barnes sono indicati come esempi di “sostituzioni” ma entrambi negano di essere stati mai abusati sessualmente da Jackson.
Safechuck e Robson hanno testimoniato nella difesa di Jackson quando Jordan Chandler, 13 anni, lo ha accusato di abusi sessuali. Il caso fu risolto da un tribunale. Quando nel 2003 ci fu un altro processo contro Jackson, Safechuck rifiutò di testimoniare. Robson invece affermò che il cantante non aveva mai abusato di lui. La confessione giurata convinse la giuria che Jackson era innocente. Nel 2013, Robson ha rivelato pubblicamente di aver mentito.
Ciò che è notevole di Leaving Neverland è che non separa i casi di Safechuck e Robson dalle accuse sessuali più ardite. Vengono intervistate le rispettive famiglie per capire come i genitori semi-vigili potessero ignorare quanto stesse accadendo e perché i due ragazzini avrebbero nascosto per così tanto tempo la verità sulla loro relazione con Jackson.
Entrambi ammettono attacchi di depressione e panico fino all’età adulta, quando ciascuno si è poi sposato ed è diventato padre. Il documentario segue gli effetti dei presunti abusi attraverso quelle tappe fondamentali e una volta che hanno raccontato alle rispettive famiglie ciò che realmente era accaduto, il difficile cammino di comprensione e perdono.
L’agenzia di Michael Jackson ha bollato il documentario come “omicidio in stile tabloid”, lo ha descritto come “il tipo di film diffamatorio che sparava a zero su Michael Jackson in vita, e continua ora da morto” e accusato Robson e Safechuck di essere “due falsi testimoni”, scrive il Daily Mail.
“Il film fa perno su affermazioni non corroborate che sono apparentemente successe 20 anni fa e le tratta come dei fatti”, osserva l’agenzia che accusa il documentario Leaving Nerverland di diffamazione, di aver intenzionalmente evitato di intervistare numerose persone che hanno passato molto tempo con Jackson e che hanno affermato senza ombra di dubbio che lui trattò i bambini con assoluto rispetto e non fece mai nulla per danneggiarli.