MILANO – Sembrano quattro peni giganti ma sono “Quattro sentinelle“: si chiama così la discussa scultura spuntata alcuni giorni fa in Corso Indipendenza a Milano. Opera dell’artista americano Gavin Kenyon, la scultura ha già fatto molto discutere i milanesi a passeggio o di passaggio ai giardini tra piazza Risorgimento e piazzale Dateo. Le critiche sono fioccate ma l’installazione non sarà rimossa prima del 20 gennaio.
L’opera è un assaggio dell’esposizione che si trova a pochi metri di distanza, alla Galleria Zero di viale Premuda, che dedica a Kenyon una personale. L’autore, del resto, nonostante abbia appena 34 anni, ha già esposto niente meno che al MoMa di New York.
L’opera, si giustificano da Palazzo Marino, sarebbe ispirata
“ai monumenti della città, interpretati in chiave contemporanea attraverso un processo di astrazione e la sperimentazione di nuovi materiali, e rimanda a forme architettoniche tradizionali e riconoscibili, come colonne e basamenti”.
Anche se ai milanesi più che monumenti quelle figure paiono pani in erezione, o tutt’al più salsicciotti. La pensa così lo stesso critico Vittorio Sgarbi:
“Dopo il dito di Cattelan, un’altra opera che si riferisce alla sfera sessuale e ha il pregio e il difetto di far parlare di sé. Non ci si può scandalizzare. Ogni artista ha bisogno che si parli di lui e Kenyon ha scelto una scorciatoia: ovvio che non punta a una intuizione di natura simbolica ma a far parlare di sé”.

