I calchi delle vittime dell’eruzione del Vesuvio del 79 d.C. da oggi, 5 marzo, sono in mostra nell’Antiquarium di Boscoreale, in provincia di Napoli. Uomini, donne, bambini e animali sorpresi prima dai gas e poi dalla lava dell’eruzione del Vulcano sono ritratti nell’attimo della fine, un istante di circa duemila anni fa. Le contrazioni dei corpi, la disperazione dei volti, la verità di gesti drammatici che cercano la salvezza: tutto restituito dalla plasticità dei calchi, prima in gesso, poi in resina.
Non solo pompeiani. L’esplosione piroplastica del vulcano coinvolse molti abitanti del Vesuviano. Lascia con il fiato sospeso, ad esempio, una donna rinvenuta nella Villa della Pisanella di Boscoreale e inteneriscono, poi, il calco di un cane della Casa di Orfeo e quella di un maialino. Tra i calchi esposti per la prima volta in maniera così congrua, c’è anche quello di un intera famiglia che viveva nella cosiddetta Casa del Bracciale d’oro (da uno dei gioielli ritrovati). Poco lontano da quella villa, un bambino cercava la fuga. Inutilmente.
Restituisce finanche dettagli d’abbigliamento il calco di un uomo ritrovato nella Casa del Criptoportico, sulle sue gambe di gesso sono evidenti le tracce dei calzari con resti di borchie in ferro. L’immagine che meglio restituisce la presa diretta della tragedia è quella di un uomo caduto dalle scale durante la fuga dalla Casa di Fabio Rufo.















