
ROMA – “Porno su internet fa esplodere Pc, meglio in tv”: la pubblicità su Sky è giudicata da alcuni ingannevole. Al netto dei moralisti più bigotti e stante che in Italia non governa per ora almeno una teocrazia sessuofoba, fare pubblicità a contenuti porno è perfettamente lecito. Fatta la debita premessa, questa liceità ha dei confini, delle regole, per nulla pornografiche.
La tesi è di Guido Scorza che prende di mira gli spot di Sky per reclamizzare il canale dedicato ai film per adulti Hot Club. L’esordio, sostiene, è illuminante: “Guardare video per adulti online fa male a te ed al tuo computer”. Con l’ovvio corollario secondo cui, invece, guardare un porno alla tv, a te e al tuo apparecchio non reca alcun danno, e in più conservi integro il tuo vecchio pc.
Le immagini corroborano il messaggio audio: chi non avesse inteso può osservare un consumatore di film vietati ai minori di 18 anni mentre assiste all’esplosione del suo pc. Anche il più smaliziato (a livello tecnologico) dei teleutenti può auto convincersi che davvero un file porno può far brillare un’invisibile bomba nel computer (anche metaforica, ma sufficiente a distruggerlo). Finora, avevamo creduto che la differenza fosse solo pecuniaria: quello su internet è un contenuto che si ottiene facilmente in maniera gratuita. Si è accorto dello spot (pubblicità ingannevole) Guido Scorza (docente, avvocato e blogger) su Il Fatto Quotidiano.
Quella di Sky è una pubblicità brutta, illecita – non si possono rappresentare al consumatore conseguenze false del consumo di un determinato prodotto per indurlo a consumare il proprio – e diseducativa in un Paese flagellato dalla piaga dell’analfabetismo informatico. E’ un autentico attentato al futuro ed alla diffusione dell’uso di internet in Italia raccontare ai cittadini, contrariamente al vero, che l’online è più pericoloso della televisione. E guai a lasciarsi ingannare dal fatto che si tratta “solo” di porno o a lasciarsi imbarazzare dall’argomento. Il principio non cambia. Domani Sky – o un qualsiasi altro editore – potrebbero raccontarci che informarsi online gratuitamente è pericoloso mentre farlo sui giornali di carta o in Tv è salutare ed importante.
E conclude con una esortazione che sa un po’ di dagli all’untore:
“L’Autorità garante della concorrenza e del mercato e quella delle comunicazioni dovrebbero immediatamente intervenire ed inibire a Sky la diffusione dello spot o, meglio ancora, quest’ultima, dovrebbe ammettere l’errore e ritirarlo spontaneamente”.(Guido Scorza, Il Fatto Quotidiano)
